Quindi, benvenuti nella magica giostra delle azioni biotech, dove un titolo può farti diventare milionario in meno di una giornata, o mandarti in rovina altrettanto velocemente. Questo 2025, la superstar indiscussa della festa è Abivax, una biotecnologica francese che ha messo a segno un incredibile +1.441% da inizio anno. Sì, avete capito bene, più del 1.400%. E no, non è un errore di stampa, ma un dato certificato dall’imprevedibile e audace mondo degli investimenti in campo medico.
La ragione principale? Un farmaco, obefazimod, destinato a curare la colite ulcerosa, una brutta bestia dell’infiammazione intestinale cronica che fa disperare pazienti e medici. E se questo vi suona come la promessa del “santo graal” in laboratorio, aspettate di sentire cosa dice il CEO Marc de Garidel, che non perde occasione per mostrarci quanto è emozionato, o per sottolineare che la comunità medica sembra pronta a farne il nuovo standard di cura. Ma guai a chiedergli se abbiano qualche certezza, perché le cose sono molto più complicate.
Risultato? Il titolo è schizzato con un +510% il solo 23 luglio, il giorno dopo la diffusione di dati molto promettenti del trial – anche se, chiaramente, non ancora definitivi. In seguito, le quotazioni non hanno fatto altro che salire, alimentate sia dall’entusiasmo degli investitori sia da voci di corridoio – ovviamente ancora da confermare – di un possibile interesse di qualche colosso farmaceutico per un’acquisizione lampo.
Un dialogo aperto… o quasi con le Big Pharma
De Garidel ha dichiarato con enfasi ai microfoni di una nota emittente economica europea:
“Siamo sempre in conversazione con le grandi case farmaceutiche, anche se alla fine non possiamo controllare le loro decisioni. Ma siamo davvero entusiasti del lavoro svolto e la comunità medica ci accoglie come il possibile nuovo standard di cura per la colite ulcerosa.”
Ecco, l’incertezza ben mascherata da entusiasmo è il mantra. I risultati presentati sono stati raccolti da uno studio di soli otto settimane su pazienti con forme da moderate a gravi, promettenti sì, ma lontani dal definire una terapia definitiva. La compagnia, infatti, ha in programma di divulgare altri dati più completi, relativi a una terapia di durata annuale, entro il secondo trimestre del 2026.
Il 2026, anno dei miracoli (o quasi)
Un anno cruciale si profila all’orizzonte: nel 2026 Abivax punta a ottenere l’approvazione regolatoria per obefazimod, con l’auspicio – qui il condizionale è d’obbligo – di lanciarlo negli Stati Uniti entro il terzo trimestre del 2027. Ma perché fermarsi a una patologia? La società ha anche in cantiere studi di fase intermedia per il morbo di Crohn, un’altra simpatica infiammazione intestinale, e promette aggiornamenti a fine anno.
Peccato che tutta questa allegria abbia un prezzo, e non si tratta di una passeggiata. Senza alcun introito da vendite, Abivax ha visto il suo rosso netto dilatarsi a ben 254 milioni di euro nei primi nove mesi del 2025, quasi raddoppiando i 137 milioni persi nello stesso periodo del 2024. Una vera e propria voragine finanziaria alimentata, naturalmente, dai costi di un trial clinico annuale che a quanto pare non è proprio economicissimo.
Lo stesso De Garidel ha ammesso che le spese di ricerca e sviluppo sono cresciute vertiginosamente, passando da 108 a 133 milioni di euro, confermando che il conto salato che stanno presentando ai mercati è tutt’altro che finito.
Non sorprende quindi che, dopo un rally stellare, il valore dell’azione abbia subito una doccia fredda nell’ultima seduta, perdendo circa l’8% e meritandosi, così, l’ingrato titolo di peggior performer tra le blue chip dell’indice paneuropeo.
Ma non temete: Abivax ha raccolto qualcosa come 750 milioni di dollari questa estate tramite un’offerta pubblica negli Stati Uniti, che secondo il CEO dovrebbe garantirle liquidità fino alla fine del 2027. Più che un bagno di sangue, un tuffo nel mare dell’incertezza.
Voci di corridoio ed eventi speciali
Come spesso accade nel mondo delle biotecnologie low-cost, non mancano rumors succosi, questa volta su una possibile vendita a un gigante farmaceutico americano. Inutile dire che queste chiacchiere hanno fornito benzina al fuoco dei prezzi delle azioni, ma naturalmente non c’è alcuna conferma ufficiale.
In più, il settore M&A (fusioni e acquisizioni) delle biotecnologie sta vivendo un momento di fervore, favorito dall’allentamento di alcune pressioni, come quella sui prezzi negli Stati Uniti o la minaccia di dazi pesanti sui prodotti farmaceutici. Tutto fa pensare che nel prossimo congresso J.P. Morgan Healthcare, in programma a San Francisco, oro e gloria potrebbero essere confermati o smentiti.
De Garidel ha anticipato che alla conferenza la società cercherà di spiegare come il mercato della colite ulcerosa potrebbe espandersi più velocemente del previsto, grazie al profilo terapeutico di obefazimod e, magari, anche di qualche concorrente a sorpresa. Insomma, siete pronti a scommettere sul prossimo miracolo farmaceutico o a prepararvi a un’altra giornata tipo nel luna park delle biotecnologie?



