Olanda vieta smartphone agli studenti e miracolo: improvvisamente si concentrano e si muovono di più

Olanda vieta smartphone agli studenti e miracolo: improvvisamente si concentrano e si muovono di più

Ah, gli smartphone a scuola: nemici giurati della concentrazione e della buona educazione. Non c’è Paese che non si sia arreso al fatto che quei piccoli schermi sottraggono l’anima agli studenti, distraggono come pochi e, ovviamente, peggiorano il rendimento. Ma l’Olanda, che evidentemente non ama perdere tempo, ha deciso di farla finita alla radice e, con un colpo di spugna, ha vietato ogni distrazione elettronica da gennaio 2024. E indovinate? Due scuole su tre hanno detto subito “sì, grazie”.

Il provvedimento? Semplice: niente telefoni in tasca o borsetta durante le lezioni o, per inciso, anche durante la ricreazione. A volte si deve proprio lasciare il cellulare a casa, altre volte tocca rinchiuderlo in armadietti appositi fino al suono della campanella finale. Una rivoluzione, insomma, degna di una monarchia illuminata. I vantaggi di questa forzatura tech-free sono persino evidenti. Non si tratta solo di imparare meglio — il 75% degli studenti olandesi ha ammesso che finalmente riesce a concentrarsi sulle lezioni o sui compiti — ma anche di tornare a interagire con i compagni senza l’onnipresente distrazione digitale, con il 59% che ha notato un ambiente più sereno e relazioni sociali meno tossiche. Si torna così a litigare alla vecchia maniera, a giocare, muoversi, incrociare uno sguardo reale, leggere un libro vero.

Impressionante è la cura per il bullismo: chi l’avrebbe mai detto che staccarsi da Instagram potesse migliorare il clima sociale? Alcuni studenti si sono addirittura accorti che, una volta a casa, hanno voglia di socializzare davvero, senza la frenesia compulsiva di controllare notifiche. In soldoni, la privazione di tecnologia fa miracoli. Ma naturalmente, l’istinto umano è sempre quello di lamentarsi finché si può, così non mancano i “ma come faccio a comunicare?” e i “ma è un’ingiustizia!”.

La Francia e il divieto già in voga dal 2018 – L’esempio da non imitare?

Però attenzione, l’Olanda non è certo la prima a scendere in campo contro l’invasione degli smartphone. La Francia, sempre affascinante nelle sue decisioni piene di buone intenzioni, ha già vietato gli smartphone nelle scuole per i ragazzini dagli 11 ai 15 anni fin dal 2018. Per i più piccoli? Be’, il divieto fa capolino anche lì, ma con qualche sfumatura. E mentre i cugini d’Oltralpe si vantano del loro “divieto sacrosanto”, gli effetti reali sono tutt’altro che lineari, come spesso accade quando si fa la morale senza un piano.

Sta di fatto che, come sempre in queste storie di lotta agli apparati digitali, l’obiettivo dichiarato è migliorare la concentrazione e l’interazione sociale. Speranza legittima, ovviamente, ma anche ovvia e un po’ stucchevole da sentire nel 2024, quando tutti abbiamo ormai capito che questo dibattito prosegue a colpi di proibizioni e buonismi. E allora resta una domanda: servono davvero questi divieti o sono solo la scusa perfetta per nascondere l’incapacità di insegnare… altro che programmi e metodologie innovative.

Inutile nasconderlo: il telefono a scuola è sempre stato un problema, come in ogni altro Paese del mondo (bontà loro). Ma, attenzione, dal prossimo anno scolastico la “soluzione” sarà ancora più brillante: non solo agli studenti sarà vietato l’uso del cellulare durante le ore di lezione, ma dovranno anche lasciarlo negli armadietti o in tasche dedicate, rigorosamente chiuse e sotto il controllo degli insegnanti, per poter finalmente riabbracciarlo solo quando suona la campanella di fine giornata. Fantastico, no? Questa meraviglia prende il nome altisonante di «pausa digitale», che negli ultimi sei mesi è stata sperimentata, manco a farlo apposta, in circa un centinaio di scuole d’Oltralpe. Che innovazione, applaudiamo tutti.

Uno studio dell’Università di Birmingham, che ha coinvolto 1.227 studenti di 30 scuole diverse e che ha trovato spazio sulla super autorevole Lancet, ci regala il colpo di scena: vietare semplicemente l’uso dei cellulari durante le lezioni non basta assolutamente. No, per migliorare davvero il benessere psicofisico dei ragazzi serve – aggrappatevi – monitorare il tempo che passano a scrollare senza sosta i social, anche a scuola o a casa, dopo le lezioni. Nel glorioso Regno Unito, neanche a dirlo, il 90% delle scuole proibisce l’uso degli smartphone in aula, ma il 79% permette comunque di tenerli con sé. Ottima strategia, complimenti!

Nel 2024, un report dell’Unesco ci ricorda che anche una piccola distrazione causata dal cellulare fa perdere ai poveri studenti almeno 20 minuti prima di ritrovare la concentrazione. Ventiquattro minuti di niente, in un’epoca in cui siamo bombardati da mille stimoli – quanto sarà mai importante perdere quel tempo prezioso? In Spagna, invece, la regione di Castilla y León ha deciso di cacciare il cellulare dalle aule fin dal lontano 2007, e gran parte del Paese ha seguito l’esempio.

E l’Italia? Qui la genialità non manca mai: il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato il divieto per scuole elementari e medie e, per non farsi mancare nulla, ha appena firmato una circolare che estenderà il divieto anche alle scuole superiori a partire dall’anno scolastico 2025/2026. Dichiarazioni ufficiali? Ovviamente il ministro ha citato più volte i dati poco rassicuranti dell’OCSE, secondo cui il 17% dei ragazzi prova ansia da separazione dagli schermi digitali, proprio come se fosse una qualche forma di dipendenza. Che sorpresa!

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