Weekend a Roma il 13 settembre: eventi, caos e l’immancabile follia metropolitana

Weekend a Roma il 13 settembre: eventi, caos e l’immancabile follia metropolitana

Come non meravigliarsi di un sistema che, con l’abilità di un prestigiatore alle prime armi, continua a inventare nuovi modi per svuotare le tasche dei cittadini? Pare che la crisi economica abbia ispirato una saga infinita di balzelli, multe e tasse, ciascuno più geniale del precedente nel trasformare il denaro pubblico in una sorta di parodia fiscale.

Le autorità, con la solita trasparenza e chiarezza che le contraddistingue, ci propongono nuove normative accompagnate da facili soluzioni per risolvere problemi che, guarda caso, ricorrono puntuali ogni anno. È sempre così: appena pensi di aver scampato l’ennesima stangata, ecco arrivare una nuova scusa per farti pagare di più.

Naturalmente, il tutto viene giustificato con lo stesso refrain stantio di sempre: la necessità di finanziare servizi essenziali o di far fronte a spese impreviste, mentre nel frattempo le spese superflue e gli sprechi sembrano essere un tabù da non toccare, quasi fossero sacre reliquie intoccabili.

In un mondo ideale, ci si aspetterebbe un minimo di senso critico e la volontà di una classe politica capace di razionalizzare le uscite, ridurre gli sprechi e coinvolgere i cittadini in scelte consapevoli. Invece, il risultato è un teatrino kafkiano dove il contribuente è sia spettatore che vittima sacrificale, intrappolato in una rete di regole fumose e assurde.

Ancora una tassa, ancora un dolore

Qualche brillante mente ha deciso che non bastano le imposte già esistenti, e così via con nuove mini-tasse, piccole gabelle e contributi “invisibili” che si aggiungono al conto senza clamore, spesso nascosti tra le pieghe di regolamenti incomprensibili persino per gli esperti del settore. Questa è la nuova frontiera dell’estrazione forzata di denaro, una vera e propria caccia al tesoro… ma il tesoro è quello del cittadino.

E per non farci mancare nulla, c’è sempre la promessa dello sconto o dell’agevolazione per i meno fortunati—promesse che, guarda caso, si perdono in un mare di burocrazia e criteri di accesso astrusi, rendendo tutto inutilmente complicato e totalmente inefficace.

La morale? Nel mentre noi combattiamo per capirci qualcosa, chi comanda si diverte a inventare nuove trovate per drenare risorse senza il fastidio di doversi giustificare in modo comprensibile. Se poi qualcuno osa protestare, viene subito bollato come irrealista o egoista.

Un sistema di contraddizioni illuminate

Non serve molto per rendersi conto dell’assurdità: da un lato si parla di sostenibilità e rigore, dall’altro si moltiplicano gli sprechi e le inefficienze. Da una parte si annunciano tagli e riforme, dall’altra si lasciano intatti privilegi insensati. È il teatro delle contraddizioni, una commedia tragicomica che fa ridere amarezza.

È facile immaginare che i veri beneficiari di questo sistema siano pochi eletti che, invece di essere messi alla berlina, si godono uno spettacolo gratuito mentre il pubblico-pagante si strugge a capire se il prossimo balzello sarà quello sulla benzina o sul caffè.

Con questa logica, ci sentiamo autorizzati a suggerire ai più intraprendenti di tener d’occhio la bolletta della luce e il conto del supermercato, perché presto potrebbero diventare fonti inesauribili di nuove tasse surprise, tanto per mantenere alto il livello di suspense.

Conclusioni? Meglio lasciare spazio all’ironia

Di fronte a cotanta creatività fiscale, l’unica reazione sensata resta l’ironia amara: ridere per non piangere. Perché il circo delle tasse non accenna a chiudere, e noi siamo i meno divertiti spettatori in prima fila.

In attesa del prossimo colpo di genio da parte dei legislatori, meglio prepararci a portafogli sempre più leggeri e nervi sempre più tesi. E nel frattempo, se proprio vogliamo essere ottimisti, vediamola così: almeno le nuove tasse stimolano la fantasia—anche se solo quella di chi deve pagare.

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