Wall Street dà la spinta magica a Stoxx 600 e FTSE 100: perché senza di lei sarebbero persi

Wall Street dà la spinta magica a Stoxx 600 e FTSE 100: perché senza di lei sarebbero persi

Che sorpresa, altro venerdì di euforia sui mercati europei, ovviamente galvanizzati dall’ennesimo record di Wall Street il giorno prima. Il pan-europeo Stoxx 600 si è svegliato con un timido +0,4% a Londra, come se il buongiorno si vedesse dal mattino e non dalle notizie che si accumulano sullo sfondo inquietante dell’Europa. Ma non temete, gli investitori globali sono già lì, con gli occhi puntati sulla tragicomica scaramuccia tra Ucraina e Russia, mentre il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ricorda che dobbiamo prepararci a una guerra con fanfara e tanto coraggio retorico.

Il citato Rutte ha dichiarato senza troppi giri di parole:

“La Russia ha riportato la guerra in Europa, e dobbiamo essere pronti a una scala di conflitti paragonabile a quella che hanno vissuto i nostri nonni o bisnonni.”

Dire che è rassicurante equivale a usare il termine “leggermente preoccupato” per descrivere il disastro totale. Nel frattempo, la banca centrale russa, con grande umorismo, si oppone all’idea dell’Unione Europea di usare i fondi congelati di Mosca per finanziare Kiev. Una piccola formalità legale, o forse un sofisticato modo per dire “toglieteci le mani dai nostri soldi”. E poi, per non farsi mancare niente, i governi europei stanno agitando le dita per trovare un accordo su questa brillante proposta prima che cali la notte. Speriamo bene.

La difesa europea, quel bluff ripetuto all’infinito

Passando al tema di difesa e sicurezza, la nuova strategia nazionale di sicurezza della Casa Bianca ha fatto sobbalzare l’Europa la scorsa settimana con minacce di “cancellazione civilizzazionale” e dubbi sul fatto che il Vecchio Continente possa ancora essere considerato un partner geopolitico affidabile degli Stati Uniti. Alcune reazioni? Un miscuglio di sussulti, mal di stomaco e profondi sospiri. Il generale David Petraeus, ex direttore della CIA e di certo non l’ultimo arrivato in fatto di guerre, ha ritenuto fosse ora di dare una ‘scossa’ ai pigri europei.

Petraeus ha detto:

“In un certo senso questa strategia punta il dito contro gli europei, ma francamente molti di loro avevano bisogno di una sveglia. Ho visto quattro presidenti americani provare inutilmente a convincere l’Europa a far di più per la sua difesa, e adesso, sorpresa, sta succedendo.”

Insomma, meglio tardi che mai, anche se dopo decenni di richiami inefficaci si direbbe quasi un miracolo che abbiano finalmente acceso la luce nel salotto del buon senso. O forse no.

Le azioni che ballano e il mercato europeo in vacanza

Nel frattempo, sul fronte delle azioni, il fondo di private equity francese Wendel si sente così bene da guadagnare il 5,8%, incoraggiato da una mannaia di 1,6 miliardi di euro promessa agli investitori entro il 2030. E mentre Wendel fa i capricci di gioia, la nuova arrivata Magnum (sì, proprio quella del gelato) scivola sull’iceberg dei listini con un -1,5%, tentando però di recuperare qualche briciola. Per chi non lo sapesse, Magnum ha divorziato da Unilever appena lunedì, con un debutto in borsa ad Amsterdam un pizzico sotto la parata.

Come se non bastasse, anche il titolo olandese dei semiconduttori ASMI si fa trascinare giù da un’ondata di panico tecnologico, accumulando un -2%. La causa? Un’altra magia della febbre dell’intelligenza artificiale che oltreoceano fa ballare male giganti come Oracle, Nvidia e persino CoreWeave. Nel frattempo, le azioni a stelle e strisce si trascinano nella seduta pre-market con risultati poco entusiasmanti, come se un lunedì qualsiasi fosse arrivato venerdì senza passare dal via.

L’economia britannica si prende una pausa, o forse no

E non poteva mancare l’ennesima sorpresa: l’economia del Regno Unito ha inspiegabilmente fatto un passo indietro nei tre mesi fino a ottobre, secondo dati ufficiali freschi di stampa. Gli economisti, sempre allegri, avevano previsto zero crescita, ma invece è arrivata la frenata. Un piccolo dettaglio senza importanza, ovviamente.

Altrettanto intrigante è l’attesa dell’inflazione finale per Germania, Francia e Spagna, che promette scintille nelle prossime ore.

Non dimentichiamo la banca centrale svizzera, che con un’incrollabile determinazione ha deciso di lasciare i tassi fermi allo zero virgola zero, dichiarando con orgoglio che l’inflazione è leggermente sotto le attese. Se lo dicono loro, a noi non resta che fidarci, o almeno fingere di farlo.

Nel frattempo, l’euro ha segnato un bel rialzo sul dollaro, arrivando al massimo da inizio ottobre a quota 1,1738, lasciando dietro di sé il povero biglietto verde sempre più sgonfio. Chi l’avrebbe mai detto?

Per chi guardasse al continente asiatico e al Pacifico, i mercati hanno brindato anch’essi, incollati alle orme di Wall Street che si è persa in un nuovo record, incoraggiata dalla decisione della Federal Reserve di tagliare i tassi. Un vero e proprio valzer delle vendite e degli acquisti, molto divertente per chi ama il rischio e molto snervante per il resto dell’umanità.

Negli Stati Uniti, i futures sul Dow Jones Industrial Average sono saliti dopo la scorpacciata di guadagni nelle aree più calde del mercato, facendo balzare sia l’indice a 30 titoli che lo S&P 500 verso nuovi vertici. Nulla da segnalare se non la solita routine della danza delle bolle.