Von der Leyen avverte: pronte le contromisure ai dazi, effetti devastanti su milioni di individui. Intanto, l’Unione Europea avvia le trattative.

Von der Leyen avverte: pronte le contromisure ai dazi, effetti devastanti su milioni di individui. Intanto, l’Unione Europea avvia le trattative.

Un rispetto travolgente per i buoni intenti, ma alla prova dei fatti, la realtà si scontra con un’affermazione piuttosto suggestiva: «L’Europa ha tutto ciò che serve per superare questa tempesta». Ursula von der Leyen si rivolge ai suoi «cittadini europei» come se fosse in attesa di un’ovazione, ma la questione è: cosa significa davvero «superare questa tempesta»? Non ci mancherà lo spirito, certo, ma l’efficacia dei piani presentati è un’altra storia.

Unione contro Disordine

La presidente della Commissione europea si fa portavoce di un’idea di unità, affermando: «Se affronti uno di noi, affronti tutti noi». Una posizione intrigante sicuramente, ma in che modo questa faccia solidale si concilia con la realtà dei dazi statunitensi? Di certo, i numeri parlano chiaro: circa il 70% delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti rischia di essere colpito da tariffe. Quindi, ci si potrebbe chiedere: questa barca di unità, può davvero navigare con un carico così pesante?

Conseguenze e Disastri

Von der Leyen ha avvertito che le conseguenze saranno «disastrose per milioni di persone in tutto il mondo». Eppure stiamo già parlando di disastri annunciati. Mentre il disordine creato dagli Stati Uniti viene evidenziato, l’UE rimane imperterrita nella sua strategia: «Non ricorrere alle tariffe come primo e ultimo strumento». Claramente, una filosofia che non ha mai reso felici i negoziatori. Le parole sono belle ma la sostanza? Le tariffe hanno già dimostrato di impoverire e non ricreare ricchezze.

Un Quadro Sconcertante

È curioso notare come, in un mondo di numeri impressionanti e promesse utopiche, l’Unione Europea non possa far altro che sperare di risolvere pacificamente i problemi con gli Stati Uniti. Siamo pronti a rispondere? Forse più preparati a subire che a rispondere, con un potenziale di dazi che potrebbe raggiungere i 81 miliardi di euro. Ma chi crede che una mera risposta possa appendere il destino economico europeo su una corda?

Piani Futuri o Illusioni?

Con nuove minacce all’orizzonte per settori cruciali come quelli farmaceutici e dei semiconduttori, il piano di risposta appare, per usare un eufemismo, ambiguo. La strategia enunciata è affascinante ma, come ben sappiamo, il diavolo è nei dettagli. E la nostra capacità di agire rimanere da mettere in discussione sempre più.

Possibili Soluzioni

In una società che appare sempre più polarizzata, ci si potrebbe chiedere se il vero problema non sia proprio il modo in cui l’Europa sta concependo la sua unità. Una maggiore coesione economica, il rafforzamento delle industrie locali e un dialogo realmente costruttivo, piuttosto che l’eco di sacrosante dichiarazioni, potrebbero rappresentare vie alternative più concrete. Ma saremo mai in grado di passare dalle parole ai fatti? O rimarremo bloccati in un eterno «sì, ma…»?

Oggi, ci troviamo di fronte all’ennesima dichiarazione di **Maros Šefcovic**, il commissario **UE** al commercio, che sembra promettere un’azione decisa nei confronti dei dazi imposti dal **USA** su acciaio e alluminio, pur mantenendo il consueto tono diplomatico e controllato. La sua rassicurazione che «non resteremo inerti» si scontra con la realtà, poiché storicamente queste affermazioni non si sono tradotte in misure efficaci. Del resto, chi non ama discutere a lungo?

Contromisure e Controindicazioni

Un primo pacchetto di contromisure, che dovrebbe essere pronto per il 15 aprile, si presenta come la solita reazione lenta e ponderata della **UE**. I ministri del Commercio di diversi Stati membri se ne discuteranno a **Lussemburgo**, ma ciò che è più incredibile è il richiamo al tanto celebrato principio di **monitoraggio** degli effetti indiretti dei dazi. È ironico pensare che si stia “monitorando” mentre si è già inondati da una sovracapacità globale e da pratiche di dumping. A quale scopo tutto questo se gli effetti si fanno sentire immediatamente?

Il Coinvolgimento dei Leader Europei

La comunità internazionale non ha tardato a esprimere le proprie preoccupazioni. La reazione di leader come **Donald Tusk** e **Pédro Sanchez** sottolinea l’assurdità della situazione: da un lato si parla di alleanza con gli **Stati Uniti**, dall’altro si avvertono i venti di guerra commerciale. La reazione unilaterale degli **USA** non chiama in causa solo il mercato, ma mette a rischio relazioni diplomatiche. Un pacchetto di misure da 14,1 miliardi di euro, annunciato da Sanchez, appare come un tentativo disperato di rispondere a un attacco inaspettato; un’azione che riecheggia vagamente la strategia di dare più colpi per cercare di pareggiare i conti.

Tendenze di Mercato e Future Decisioni

Non possiamo non notare il tono quasi tragico di questa escalation. Da una parte ci sono le promesse di dialoghi strategici con settori chiave, dall’altra si accenna a colpire i **Big Tech** e il settore finanziario: come a dire che l’insieme delle contromisure è una sorta di roulette russa commerciale. Il messaggio sembra essere chiaro: le politiche a lungo termine sono ora subordinate a decisioni reattive.

Soluzioni Ambigue

Cosa ci resta da fare, allora? Continuiamo a osservare queste promesse di negoziazione e strategia come se avessero un reale peso? Una proposta di soluzione potrebbe consistere nel dare priorità alla cooperazione interna tra gli Stati membri della **UE** per costruire una rete di resilienza contro le pressioni esterne. Ma esiste davvero una volontà autentica di affrontare le sfide senza piegarsi ai capricci delle potenze esterne? Siamo giunti al punto in cui la retorica deve incontrare la sostanza, piuttosto che trasformarsi in un altro capitolo di una storia già raccontata.

Così, mentre le conferenze si susseguono e i pacchetti di misure vengono preparati, ci chiediamo: si tratta forse di un ciclo infinito di **promesse non mantenute**, o riusciremo mai a vedere un approccio coeso e determinato da parte della **UE**? Certamente, il futuro appare nebuloso.

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