L’Unione europea è pronta, udite udite, a seguire in fila indiana gli Stati Uniti se decidono di lanciare, come nuove misure contro la Russia, dazi al 500% sui paesi che osano comprare petrolio e gas russo. Questa perla di saggezza è stata condivisa dalla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, in un’intervista con il portale tedesco di Politico.eu.
“Se gli americani decidono di imporre sanzioni, il 500% sarà incluso nel 18esimo ciclo di sanzioni dell’UE”, ha esclamato von der Leyen, come se il mondo non fosse già abbastanza complicato e ridicolo. Tra l’altro, l’idea di dazi al 500% è solo una delle tantissime strategie eloquenti messe in campo dagli Stati Uniti negli ultimi cinque mesi. Il 2 aprile scorso, un nugolo di senatori democratici e repubblicani ha persino lavorato a uno strepitoso provvedimento legislativo che prevede queste sanzioni. E indovinate un po’? La super tassa non è mai stata applicata! Ma chi se ne frega, l’importante è farci ridere.
Se questa follia entrasse in vigore, preparatevi a dazi al 500% su tutto ciò che importiamo da paesi come Cina, India, Turchia, Brasile e chi più ne ha più ne metta. Già, perché a quanto pare il mondo può tranquillamente rinunciare a questi importanti rapporti commerciali. Naturalmente, né gli Stati Uniti né l’Unione Europea sembrano pronti a subire le ripercussioni economiche devastanti che deriverebbero da tale mossa. E, oh, giusto per non dimenticare, molti paesi europei continuano a far affari con la Russia, acquistando gas, ma lo fanno in modo “creativo”, via nave, sotto forma di gas liquefatto. Dopo tutto, chi ha bisogno di coerenza? E il gas, a differenza del petrolio, rimane un argomento tabù per sanzioni dirette, perché le conseguenze economiche sarebbero troppo pesanti. Ma che bel paradosso!
In effetti, il discorso dei dazi al 500% sembra simile a uno di quei fantasmi che agitano per spaventare i bambini: più che altro una minaccia a fini propagandistici. Peccato che questa tattica rischi di risultare controproducente per la già traballante credibilità dell’Europa.
Ma non temete, perché subito dopo, ecco che arriva la “correzione” da parte di Bruxelles. Un funzionario della Commissione europea ha precisato che von der Leyen non si riferiva affatto all’inclusione dei dazi del 500% nel 18° pacchetto di sanzioni dell’UE; piuttosto, ha voluto sottolineare che l’UE possiede altri strumenti a sua disposizione. “L’idea è di coordinare il più possibile”, ha dichiarato la portavoce di von der Leyen, Paula Pinho, con una acredine che potrebbe far invidia a molti. “Ma i provvedimenti non possono essere identici”, ha aggiunto, come se il mondo non fosse già pieno di contraddizioni evidenti.



