Vitamina D fai da te: come farsi male da soli seguendo i consigli degli esperti che ignoriamo allegramente

Vitamina D fai da te: come farsi male da soli seguendo i consigli degli esperti che ignoriamo allegramente

Forse in Spagna hanno scoperto la nuova pozione miracolosa: la vitamina D. Peccato che l’entusiasmo per questo integratore, assunto senza alcun controllo medico, stia trasformandosi in una moda alquanto pericolosa. Lo sa bene il nefrologo Borja Quiroga, che non si è stancato di raccontare ai media iberici i drammatici risultati di questo abuso: “Ho visto persone arrivare con i reni pieni di sassi”, dice, come se fosse una cosa normale, mentre lotta quotidianamente con casi di intossicazione da vitamina D e insufficienza renale causate dall’assunzione smodata e immotivata.

Chissà perché, nel mare magnum degli integratori, proprio la vitamina D sembra quella più gettonata da chi si abbuffa a occhi chiusi. Eppure, spiega il nefrologo, questa vitamina ha la spiacevole abitudine di stimolare la formazione di calcoli renali. Insomma, un vero toccasana per chi vuole regalare ai propri reni una vacanza forzata, ma senza prenotare in agenzia.

Quando la vitamina D è davvero utile

Ma tranquilli, non stiamo demonizzando la vitamina D in generale. Borja Quiroga è chiaro: va raccomandata, e con buon senso, solo per casi specifici come l’osteoporosi o malattie renali ben identificate. Nulla di più.

Lo specialista mette un bel punto sulle polveri magiche e le illusioni collettive secondo cui questa vitamina possa ridurre il rischio cardiovascolare, sconfiggere i tumori o evitare le fratture in persone sane. Esatto, nessun miracolo, per favore. E se pensate bene di regalarla ai vostri bambini senza una seria indicazione medica, beh, siete fuori strada: “Non c’è giustificazione scientifica”, taglia corto con una simpatia contagiosa.

Il fai da te? Un classico da evitare

La moda di “prendersi cura” di sé da soli è sempre più dilagante, e questa volta non sfugge nemmeno l’immunologo clinico Mauro Minelli, professore di Nutrizione Umana alla LUM, che getta acqua sul fuoco con un semplice ma efficace invito: smettetela con le dosi fai da te. Perché, surprise, l’80% della vitamina D serve solo a chi si espone con un minimo di senso alla luce solare.

Per chi invece non frequenta abbastanza il sole (o semplicemente preferisce i luoghi oscuri di casa), Minelli ricorda candidamente che qualche alimento garantirà comunque un apporto utile: l’olio di fegato di merluzzo, qualche fungo, uova, latte intero e pesci come salmone e aringhe, senza scordare neanche il burro e le verdure a foglia verde come broccoli e cavolo nero. Insomma, un menù che sembra più una lista della spesa vintage che un piano medico.

Ah, e un occhio di riguardo lo si deve dare a chi soffre di sovrappeso o obesità, perché l’eccesso di tessuto adiposo intrappola la vitamina D impedendole di trasformarsi nella forma attiva. Quindi, integratori sì, ma sotto controllo medico e, soprattutto, con l’idea chiarissima che la vitamina D non sia certo la pozione magica per dimagrire. E, come sempre, “una dieta dimagrante aiuta a ridurre il rischio di carenze,” ci tiene a precisare il nostro buon Minelli, con quella preziosa dose di realismo che manca quando si parla di salute fai da te.

Quanto basta e cosa evitare

Dunque, quale sarebbe la dose “giusta” di vitamina D? Secondo gli esperti, negli adulti la quantità giornaliera consigliata oscilla tra 600 e 2.000 Unità Internazionali, ossia dai 15 ai 50 microgrammi. Nei neonati invece, per scongiurare il temuto rachitismo, si suggerisce un apporto di circa 10 microgrammi al giorno. E per chi volesse controllare i livelli nel sangue, il range normale si aggira tra 30 e 100 nanogrammi per millilitro di plasma.

Ma attenzione, superare queste soglie non è affatto un buon affare. La vitamina D è liposolubile, quindi si accumula nei tessuti e non si elimina con la pipì. Quando i livelli ematici superano i 150 nanogrammi per millilitro, la situazione diventa tossica, e arriva il coro di fastidi: nausea, perdita d’appetito, sonnolenza, diarrea, e la ciliegina sulla torta, calcolosi renale e insufficienza renale. Insomma, una lista niente male di motivi per non fare gli scemi con gli integratori.

Se il vostro sogno segreto era farvi fare il “reni pieni di pietre”, sappiate che qualcuno lo ha già realizzato – senza fatica e senza prenotazione. Per tutti gli altri, forse è meglio tornare a prendere il sole e scegliere una dieta equilibrata senza farsi stroncare la salute con mode effimere e pericolose.

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