Viaggio segnato da imposizioni e drammi quotidiani: benvenuti nel circo delle tensioni senza fine

Viaggio segnato da imposizioni e drammi quotidiani: benvenuti nel circo delle tensioni senza fine
Senato ha approvato un primo articolo degno di nota, installando non uno, ma ben due Consigli superiori della magistratura: uno per i giudici e uno per i pm. Come ciliegina sulla torta, l’Ufficio studi di Palazzo Madama ha deciso di proporre qualche «ritocchino» qua e là al testo sulla famosa separazione delle carriere, la stella polare delle preoccupazioni dei magistrati.

Senato si è affrettato ieri a scaricare i propri dubbi, un antipasto gustoso delle resistenze politiche in arrivo. D’altronde, la maggioranza non sogna mica di approvare la riforma, ma punta tutto su un bel referendum. Che novità.

Queste tensioni, già abbastanza fragranti, si amalgamano alle polemiche indugianti sul decreto Sicurezza, arricchite dalle critiche della sacrosanta Corte di Cassazione. E mica in un angolo qualsiasi: proprio tra le fila del governo. È sufficiente che il portavoce di Forza Italia, l’immarcescibile berlusconiano Raffaele Nevi, lanci un timido appello a usare con cautela i decreti, e subito arriva la replica pronta di uno dei numeri due della Lega, Roberto Vannacci, che spara a zero: «Se servirà e si dovrà legiferare ancora sulla sicurezza, sarà un dovere inderogabile farlo.»

Insomma, niente scuse, il governo è libero di scatenarsi senza remore a favore di quei “cittadini assetati di sicurezza e giustizia”. E come dargli torto? A meno che non si tratti di assetati di coerenza… ma questa è un’altra storia.

Ah, l’ormai mitica cultura di autosufficienza della maggioranza italiana: un vero capolavoro di miopia politica che spiega al meglio la furiosa quanto, diciamolo pure, esilarante reazione contro la Cassazione. Che osa criticare il tanto osannato decreto Sicurezza, mica una cosa da poco! Però, miracolo dei miracoli, persino Luciano Violante, ex presidente della Camera con un passato nella magistratura e notoriamente non proprio un nemico di Palazzo Chigi, ha avuto il coraggio di chiedere un minimo di buon senso e, soprattutto, di non eccedere con le crisi isteriche.

Luciano Violante ha spiegato:

«La Cassazione ha fatto un’analisi scientifica, non certo un diktat. È sbagliato irritarsi o vederla come un’invasione di campo.»

Che magnanimità! Ma il vero colpo da maestro arriva quando si parla della separazione delle carriere nella magistratura: secondo lui, così com’è stata ideata, sarà un danno non da poco, e non per i magistrati, ma soprattutto per la politica stessa. Complimenti alla destra che critica la “casta delle procure” – magari giustamente – salvo poi costruire, involontariamente, un’«iper casta» molto più inaffidabile e ostile dei fantomatici untori di prima.

Ma in un clima carico di ideologie esasperate e scontri permanenti, è praticamente illusorio aspettarsi che un segnale così misurato e ragionevole venga anche solo preso in considerazione. Meglio andare avanti a spallate, faccia tosta e nessun senso della realtà.

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