Immaginiamo di entrare in un ufficio pubblico qualsiasi, magari una di quelle giustizie che tanto amiamo. Ecco, vediamo solo sei o sette impiegati su dieci, che devono spalarsi anche il lavoro dei tre o quattro fantasmatici colleghi assenti. Ma tranquilli, perché quei pochi superstiti hanno fra le mani il peso di buona parte delle nostre vite: dai divorzi alle cause di lavoro, dal riconoscimento di diritti su una casetta fino alla difesa da accuse improbabili o richieste di risarcimento. Sicuramente la giustizia è inflessibile, ma quando arriva con mesi, se non anni, di ritardo, diciamocelo, è praticamente un paradosso.
Questa, signore e signori, è la fotografia surreale dei tribunali nel Veneto. Da gennaio, l’ex presidente della Corte d’appello Carlo Citterio aveva già annunciato al mondo il tragico declino: l’organico non sta solo arrancando, ma sta affondando. In tutto, 500 magistrati con la bellezza di 95 posti vacanti, uno scandaloso 19% di scopertura. E non è finita. Per la fine dell’anno arriveranno 16 nuovi eroi in toga, mentre un concorso promesso per i primi mesi del 2026 dovrebbe portarne altri. Ovviamente, se l’universo decide di aiutarci.
Ma ecco la chicca: il personale amministrativo, quei valorosi impiegati senza toga, è messo peggio del peggior film horror. Al 31 dicembre 2024, la scopertura media del personale a tempo indeterminato nella regione è balzata dal 31.6% al 37.4%. Un vero successo!
Per entrare nei dettagli tragici:
– La Corte d’Appello vede aumentare la sua mente brillante di pochi impiegati dal 39.8% al 41.4% di scopertura.
– Il tribunale di Belluno, vero campione della crisi, vede la metà del suo personale sparire: dal 40% al 48.9% di scopertura. Quasi la metà dei posti non esiste, come per magia.
– Il tribunale di Venezia ci regala un bel salto dal 38.2% al 46.6% di scopertura.
– Il tribunale di Vicenza segue la scia con un aumento dal 33.8% al 43.7%.
– E il tribolato tribunale di sorveglianza di Venezia mantiene intatto il suo desolante 39.1%, ma su un organico teorico scarso di sole 23 anime, già sottodimensionato rispetto ad altri tribunali di sorveglianza con meno lavoro. Un vero incubo organizzativo.
Ma ovviamente, al di là di questa odissea burocratica che farebbe piangere anche Kafka, non poteva mancare un’altra perla: il tema della maternità . Dettaglio banale, ma sempre da ricordare in un sistema che ama peccare di… lungimiranza?
Il presidente della Corte d’Appello, con grande saggezza, ci ricorda che il diritto alla maternità sarà reale solo quando diventare mamme smetterà di essere una complicazione burocratica. Tradotto: finché non sarà possibile avere una sostituzione temporanea che permetta alla collega di assentarsi senza mandare a gambe all’aria l’attività giurisdizionale, ci stiamo solo raccontando frottole.
Per quanto riguarda l’apertura di nuovi tribunali, non sto scherzando, il commento era da premio: «Se nel nostro illustre Veneto il tribunale di Belluno fatica a coprire il 50% dei posti e la Corte si porta dietro un fantasmagorico 41,4% di scopertura, perché la politica non si decide finalmente ad aiutare gli uffici giudiziari già esistenti prima di pensare a nuove sedi? Che sia il tribunale della Pedemontana o una sezione distaccata di Corte a Verona, perlomeno facciamo funzionare quello che abbiamo!». Applausi.
Ma magari le cose migliorano, giusto? Eh no. Il mitico Citterio è andato in pensione e il suo sostituto ancora latita nell’ombra. Manca persino il rimpiazzo per il procuratore Bruno Cherchi, il presidente del tribunale Salvatore Laganà e il presidente dell’ufficio Gip, Luca Marini. Tutti nel paradiso dei pensionati, ma nessuno al loro posto. Fantastico, no?
La notizia che dovrebbe riportare un barlume di speranza arriva timidamente: entro dicembre potrebbero sbarcare 16 magistrati tirocinanti, pronti a tappare qualche buco sparso nelle organiche (a Venezia, ad esempio, mancano 6 magistrati su 20, roba da far piangere). Nel frattempo, si prospetta un nuovo bando per coprire i posti scoperti a Padova. Incrociamo le dita.
Federica Santinon, consigliere nazionale forense nel distretto di Venezia, ci regala perle di saggezza calibrata:
«Come giustamente diceva Citterio, non ha alcun senso pensare a nuovi tribunali quando fatichiamo a mantenere quelli attuali».
Traduco: non siamo contro nuove sedi giudiziarie, siamo semplicemente stupefatti da chi rallenta l’intera macchina della giustizia creando nuove rogne anziché risolvere quelle esistenti. Ma dai, che sorpresa.



