Venditti fuori dai giochi per mancanza di contanti? Ecco il ricorso che scuote il Riesame

Venditti fuori dai giochi per mancanza di contanti? Ecco il ricorso che scuote il Riesame

Che sorpresa, gli accertamenti bancari sull’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, sono risultati “nulla di fatto”. Ovvero, nulla di rilevante tanto da meritare un cenno nel decreto di perquisizione dello scorso venerdì. Complimenti alla Procura di Brescia per l’accuratezza investigativa degna di un giallo dal finale sciatto.

L’avvocato difensore, Domenico Aiello, non si trattiene e sottolinea come, se ci fosse stato qualsiasi indizio bancario di valore, avrebbe senz’altro trovato spazio nel decreto. Ma si sa, a mettere insieme sospetti basandosi su “movimenti opachi” e bonifici vaghi si rischia solo di invischiare persone senza prove concrete.

La Procura, instancabile nel suo ruolo di scova scandali, sostiene che tra i familiari di Andrea Sempio — peraltro non indagati — e l’ex procuratore aggiunto ci sarebbero stati strani movimenti di soldi. Parliamo di una “presunta” corruzione quantificata in un generoso intervallo tra 20 e 30 mila euro. Chi l’avrebbe mai detto: soldi contanti prelevati addirittura per pagare avvocati, una tesi che gli Sempio difendono con orgoglio, quasi fossero i filantropi del diritto.

Per rendere il tutto ancora più teatrale, la Procura fa riferimento a chat misteriose “dimenticate” chissà dove e a bonifici che brillano per la loro ambiguità, come una sceneggiatura mal scritta.

Domenico Aiello non si fa intimidire da questa pantomima giudiziaria e annuncia un ricorso al Riesame, sperando di tirar fuori qualche altro elemento – magari reale – che giustifichi questa lunga scia di sospetti altrimenti campati in aria.

Il caso Sempio e la giustizia tra ironia e contraddizioni

Ma chi è Andrea Sempio? Non proprio un personaggio qualunque: già archiviato nel 2017 in un caso controverso, torna protagonista per un accusa ben più pesante, quella di omicidio in concorso di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Un passato giudiziario ingarbugliato, da cui l’ex procuratore si sarebbe preso cura a suo modo, o almeno così sospetta la Procura di Brescia. Peccato che la “cura” sia più simile a un episodio da soap opera giudiziaria che a un’indagine seria.

Ma andiamo oltre l’ovvio e chiediamoci: quanta serietà si può attribuire a un’inchiesta nutrita di chiacchiere, “movimenti sospetti” non meglio spiegati e perquisizioni che portano ad aria fritta? Il sistema, come al solito, sembra più interessato a creare scandali di cartapesta piuttosto che fare ordine in vicende complesse e delicate.

In tutto questo, la giustizia sembra un teatrino, dove far esplodere sospetti al momento giusto vale più di prove tangibili, mentre gli indagati (e gli ex indagati) restano nel limbo di un processo mediatico che non ha ancora mostrato il suo vero volto. Ma per ora, si rimane nel bel mezzo della commedia dell’assurdo, in attesa di un atto finale meno farsesco.

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!