Una percentuale non esaltante, il 43,2% degli italiani, si preparerà a concedersi una vacanza questa estate. Con una novità di poco conforto: la durata sarà più breve, strizzata dall’inflazione galoppante. Le prime stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori (O.N.F.) parlano chiaro: i costi per le vacanze si impennano impietosamente, con aumenti del 2,5% per le ferie al mare, 2,2% in montagna e addirittura un micidiale 6,2% per chi sogna una crociera.
Per chi sperava in week-end lunghi e rilassanti in famiglia, la realtà è ben diversa. Il 54% degli “avventurieri” estivi opterà per soggiorni brevi, di soli 3-5 giorni, scegliendo saggiamente (o obbligatoriamente) ospitalità presso amici o parenti. E la fuga all’estero? Una chimera, perché oltre l’82% restano fedeli al “belpaese”, accontentandosi degli scorci nazionali come unica alternativa economica.
I numeri non mentono e raccontano una storia amara: dal 2021, i costi negli hotel sono saliti del 56%, mentre ristoranti e locali si sono accontentati di un più modesto (ma comunque notevole) +18%. Così, per una famiglia tipo — due adulti e due figli — una settimana in una località marina significa affrontare un conto da 6.539,30 euro, vale a dire un incremento del 2,5% rispetto all’anno precedente. Chi ha detto che vacanza = relax non ha mai visto un listino prezzi aggiornato.
Chi preferisce il trekking tra cime e boschi non è messo meglio: per i quattro componenti della famiglia il conto sale a 4.779,80 euro, con un aumento del 2,2%. Quanto alle crociere, gioia di una fetta di vacanzieri più “audaci”, la festa si fa davvero costosa: ben 6.320,88 euro per quattro persone, con extra a go-go su pacchetti, bevande e quant’altro, il tutto condito da sovrapprezzi fuori controllo.
Un’altra tortura per il portafogli deriva dai trasporti. Su tratte medio-brevi considerate, il pedaggio autostradale ha subito un aumento del 2%. Ma il vero salasso è alla sosta: panini, bibite, gelati e caffè nei pressi delle autostrade registrano un rincaro del 5%, prezzi quasi deliranti se paragonati a quelli di un normale bar o alimentari. Complimenti agli esercizi “di frontiera”, dove spendere il doppio è prassi.
Ah, i carburanti… Il capitolo più triste e imprevedibile. Anche se al momento le tariffe recenti non mostrano rialzi improvvisi, lo spettro della tensione in Medio Oriente oscura ogni certezza. Il mercato è fragile come un cristallo e dietro l’angolo si profilano nuovi aumenti che potrebbero far salire ulteriormente il conto finale della vacanza. Per adesso, sembra “stabile”, ma non siamo mica ciechi, no?