Unipol e la straordinaria arte di fregarsene: smart working negato anche con l’allerta maltempo

Unipol e la straordinaria arte di fregarsene: smart working negato anche con l’allerta maltempo

Mentre Bologna affonda sotto la pioggia e le autorità implorano i cittadini di rimanere a casa, Unipol decide che i suoi dipendenti debbano comunque sfidare il maltempo. Scuole chiusestrade allagaterischio dissesti idrogeologici? Poco importa: l’ufficio chiama, e gli impiegati devono rispondere.

Smart working? Solo quando conviene all’azienda

I sindacati hanno chiesto di attivare il lavoro agile almeno per l’emergenza, ma la risposta di Unipol è stata chiara: “Non previsto nel modello organizzativo”. Traduzione: quando serve a noi, lo smart working esiste; quando serve ai lavoratori, improvvisamente diventa un’entità aliena. Nonostante una consultazione interna abbia mostrato un’enorme preferenza per la settimana flessibile (con almeno quattro giorni di smart working al mese), l’azienda ha deciso che la presenza fisica in ufficio è sacra. E pazienza se fuori c’è un diluvio biblico.

Il colmo dell’ipocrisia: risparmiare con il lavoro agile, ma solo quando fa comodo

I sindacati non ci stanno e smascherano la contraddizione: quando si trattava di tagliare i costi nelle ristrutturazioni delle sedi di Torino e Milano, le eccezioni al lavoro agile si sono fatte senza problemi. Oggi, però, persino gli appelli delle autorità vengono ignorati. Forse il meteo non ha ancora bussato alla porta dei piani alti di Unipol.

Sicurezza e benessere? Dettagli secondari

A quanto pare, per Unipol, la sicurezza dei lavoratori è un optional. I sindacati lo ribadiscono: l’organizzazione del lavoro deve essere flessibile in caso di emergenza. Non si tratta solo di comodità, ma di persone con famiglie, figli e responsabilità, che ora devono scegliere tra rischiare sulla strada o bruciare ferie e permessi per una banale questione di rigidità aziendale. Fantastico esempio di attenzione ai dipendenti.

Sostenibilità? Solo nei comunicati stampa

L’ennesima beffa: Unipol si vanta di essere un’azienda attenta alla sostenibilità e al benessere delle persone. Peccato che questi valori valgano solo per le campagne marketing, mentre nella realtà si impone un modello di lavoro antiquato e insensato. Eppure, negli ultimi quattro anni, l’azienda ha registrato utili miliardari nonostante il lavoro agile fosse attivo.

La soluzione geniale: arrangiatevi

Di fronte alle richieste di buonsenso, Unipol risponde con un capolavoro di cinismo: “Chi ha difficoltà negli spostamenti può usare ferie e permessi”. Tradotto: il problema non è nostro, ve la vedete voi.

Peccato che il rispetto non si dichiari, si dimostri.

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