UniCredit minaccia il ritiro: il pasticcio Banco BPM-Anima si complica

UniCredit minaccia il ritiro: il pasticcio Banco BPM-Anima si complica

Quando si pensava di aver visto abbastanza giochetti finanziari, ecco che arriva l’ennesimo braccio di ferro tra banche, offerte e retromarce. UniCredit ora minaccia di ritirarsi dall’acquisizione di Banco BPM se quest’ultima deciderà di alzare il prezzo per comprare Anima Holding. Un colpo di scena? No, solo il solito teatrino della finanza italiana.

l’offerta che non piace a tutti

Nel novembre 2024, Banco BPM ha deciso che voleva il controllo totale su Anima Holding, mettendo sul piatto circa 1,6 miliardi di euro, pari a 6,2 euro per azione. Ma i mercati hanno fatto il loro gioco, e ora il valore di Anima è salito, tanto che BPM sta valutando di rialzare l’offerta a 7 euro per azione. Qui arriva UniCredit, con la sua proposta di 10 miliardi di euro per comprarsi BPM, e dice chiaro e tondo: se cambiate le carte in tavola, ce ne andiamo.

unicredit minaccia il dietrofront

Secondo UniCredit, pagare di più per Anima sarebbe una mossa incoerente, che distorcerebbe il valore complessivo dell’operazione. In altre parole, l’istituto guidato da Andrea Orcel non ha intenzione di pagare il conto di scelte che considera discutibili. Una sorta di aut-aut che mette BPM in una posizione scomoda: seguire il piano e rischiare di far saltare l’affare con UniCredit, oppure cedere alla pressione e lasciare Anima al prezzo iniziale?

banco bpm non ci sta: l’offerta di unicredit è troppo bassa

Da parte sua, Banco BPM non ha mai visto di buon occhio l’offerta di UniCredit, considerandola ostile e sottovalutataMassimo Tononi, presidente di BPM, ha fatto notare che le azioni della banca sono salite del 25% da quando UniCredit ha fatto la sua offerta, insinuando che la proposta da 10 miliardi sia già obsoleta.

caos nel settore bancario: chi ci rimette?

Questo tira e molla non è solo un problema tra banche, ma un segnale delle turbolenze nel settore finanziario italiano. Da una parte, BPM tenta di rafforzarsi con l’acquisto di Anima, dall’altra, UniCredit vuole inghiottire BPM senza che il prezzo si gonfi troppo. A perderci? Gli azionisti, i risparmiatori e, alla fine, chiunque sia coinvolto in questo ginepraio bancario.

e ora?

Il 28 febbraio sarà il giorno della verità: se gli azionisti di BPM votano per l’aumento dell’offerta su Anima, potremmo assistere a una retromarcia clamorosa di UniCredit. Se invece prevale la prudenza, BPM potrebbe trovarsi con un acquirente scontento e una banca da vendere al ribasso.

Insomma, il solito gioco al rialzo e al ribasso, con una sola certezza: nel mondo della finanza italiana, l’unico vero vincitore è chi sa giocare meglio con le minacce.

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