Una diga di sprechi: come buttare 1,5 milioni e distruggere il Porticciolo di Nervi

Una diga di sprechi: come buttare 1,5 milioni e distruggere il Porticciolo di Nervi

Quando credi che la gestione pubblica abbia toccato il fondo, arriva il Comune di Genova con il suo ultimo capolavoro: il “pennello” del porticciolo di Nervi. Un’opera che promette miracoli ma consegna solo sprechi. Oltre 1,5 milioni di euro gettati in un progetto che sembra più una barzelletta che una soluzione. Posidonia, cemento e politica: ecco come si costruisce il fallimento.

Perché funziona così male?

Il progetto del “pennello” è stato presentato come la soluzione definitiva al problema della posidonia che si accumula nel porticciolo. Ma qui arriva il bello: nessuno studio sulle correnti, nessuna analisi scientifica che ne dimostri l’efficacia. Un’opera che si regge sul nulla, tanto quanto le promesse di chi l’ha proposta. Non è solo una questione di incompetenza: è l’arroganza di chi pensa che i soldi pubblici siano un pozzo senza fondo.

Effetti devastanti sui cittadini

Mentre i politici giocano a fare i grandi architetti, i cittadini di Nervi vedono il loro porticciolo trasformarsi in un cimitero di progetti inutili. La posidonia rimane lì, a marcire, e chi aveva sperato in una riqualificazione deve accontentarsi di una struttura di cemento che rovina il paesaggio e non risolve nulla. La ciliegina sulla torta? Quei 183.000 euro spesi nel 2023 per la rimozione delle piante, un intervento che si ripeterà anno dopo anno come un triste déjà-vu.

Le responsabilità di chi non muove un dito

Il Comune di Genova e la sua giunta sono i primi responsabili di questo disastro. Invece di consultare esperti, di ascoltare i cittadini e di proporre una soluzione credibile, si sono lanciati in un progetto faraonico e inutile, perfetto solo per riempire qualche comunicato stampa pre-elettorale. Come se non bastasse, il Movimento 5 Stelle denuncia irregolarità procedurali e promette un esposto alla Corte dei conti. Ma davvero c’è bisogno di un’indagine per capire che siamo di fronte a un enorme sperpero di denaro pubblico?

Soluzioni? Solo se nevica in estate

Parlare di soluzioni, ormai, sembra quasi offensivo. Sarebbe bastato uno studio serio delle correnti, un’analisi degli accumuli di posidonia, un confronto con esperti del settore. Ma tutto questo richiede competenza, tempo e onestà intellettuale: tre cose che sembrano mancare completamente. E allora eccoci qui, a guardare il porticciolo di Nervi sprofondare nell’ennesima opera inutile, mentre la politica si riempie la bocca di promesse vuote.

Storie di frustrazione

Prendiamo, ad esempio, la storia di un gruppo di pescatori locali. Costretti a lavorare in un porticciolo sempre più invaso dalla posidonia, hanno visto ridurre i loro spazi e aumentare le difficoltà. “Avevamo una piscina pubblica qui – racconta uno di loro – ora abbiamo una discarica galleggiante. E il Comune che fa? Costruisce muri di cemento inutili”. Una frase che riassume tutto: indifferenza, incompetenza, arroganza.

Contraddizioni smascherate

Il Comune si vanta di voler “proteggere l’anfiteatro” e migliorare il porticciolo, ma finora ha solo dimostrato di non avere una visione chiara. Spendere milioni per costruire un “pennello” senza una base scientifica è l’ennesima prova di un sistema che sembra progettato per fallire. E mentre i costi salgono, le soluzioni vere restano un miraggio.

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