Il Parlamento europeo ha deciso di lanciare il sacro ultimatum: tutti i passeggeri aerei avranno, udite udite, il diritto di portare a bordo un trolley senza pagare un centesimo in più. Ovviamente, il principio pare così ovvio che bisognava proprio una regolamentazione per stabilirlo: il bagaglio a mano dovrà misurare al massimo 100 cm in totale (lunghezza, larghezza, altezza). Sì, sembra una rivoluzione, ma è soltanto un tentativo di tappare le scappatoie dei rincari segreti e delle tariffe ingannevoli, quelle che spuntano magicamente dopo che hai già acquistato il biglietto.
Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico e relatore dell’ennesimo tentativo regolatorio, si compiace del “passo avanti concreto” per i diritti dei viaggiatori, dimenticando che, in realtà, questa norma potrebbe essere l’ennesima bella gabbia dorata.
Nel frattempo, l’Associazione Italiana Compagnie Aeree Low Fares, guidata da Alessandro Fonti, ci regala la sua versione del dibattito che oscilla tra pragmatica realtà e pura ironia. A dirla tutta, l’idea secondo cui un trolley gratuito per tutti possa finire incastonata nella tariffa base sembra un dettaglio insignificante per l’Europarlamento, ma non lo è affatto per chi viaggia davvero.
Ecco l’osservazione che potrebbe far saltare il banco: aggiungere il costo di questo bagaglio a mano “obbligatorio” nelle tariffe, significherebbe far pagare di più anche chi viaggia solo con uno zainetto minuscolo, di quelli che stanno tranquillamente sotto il sedile. Ma perché mai il viaggiatore più leggero dovrebbe sovvenzionare quello che si porta dietro armadi a quattro ruote?
Non solo, l’intelligentissima nuova regola riflette un problema pratico del tutto ignorato dai legislatori: lo spazio sulle cappelliere è già da tempo un miraggio. In media, c’è posto per un solo bagaglio a mano ogni due passeggeri, una statistica che stride con la pretesa universale di mettere in cabina il proprio trolley. Quindi metà delle persone ha scelto consapevolmente di risparmiare portando solo un bagaglio personale, puntando a tariffe più basse e viaggi meno ingombranti.
Fonti avverte con tono più asciutto che una legge di “taglia unica” non farebbe altro che estromettere la libertà di scelta e trasformare la cabina in un vero e proprio caos organizzativo: “La conseguenza sarà che tanti bagagli, sì proprio quelli portati a forza in cabina, finiranno all’ultimo minuto in stiva, generando ritardi, disorientamento e l’immancabile balletto di attese extra al ritiro bagagli.”
In altre parole, il Parlamento europeo, con questa ennesima trovata normatica, rischia di fare il contrario di ciò che dichiara di voler fare: invece di tutelare i viaggiatori, cancella il concetto basilare di esperienza di viaggio personalizzata, “accessibile” e conveniente, ovvero quella che si costruisce su scelta e flessibilità. Non un dettaglio di poco conto, soprattutto considerando che proprio questi princìpi hanno sostenuto l’integrazione europea per decenni.
Ma non finisce qua: con prezzi che inevitabilmente saliranno, si rischia di mettere in ginocchio il trasporto aereo in Italia, specialmente gli aeroporti regionali che vivono dei voli low cost per mantenere attiva la connettività dei territori. Alla fine, questa cura salva-passeggeri somiglia tanto a una pura condanna per chi prova solo a volare leggero senza svuotare il portafoglio.



