Non possa andare peggio, ecco che qualcuno arriva con un piano geniale per peggiorare la situazione. È tempo di mettere ordine all’interno di una realtà politica caotica e contraddittoria, dove la collaborazione tra le forze di opposizione è in frantumi. Oggi, nella Camera dei Deputati, si svolgeva un acceso dibattito tra Elly Schlein, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi, ma il giorno finisce con uno scatto diverso. La minaccia di divisioni ulteriori sta aleggiando nell’aria, specialmente su temi come il riarmo. Azione, M5S e Avs hanno già dichiarato l’intenzione di presentare le proprie mozioni in merito. Ma queste mozioni sono in netto contrasto: da un lato la proposta di Carlo Calenda a favore delle spese militari, dall’altro quelle dei 5 Stelle e di Bonelli e Fratoianni, che si oppongono con tutte le loro forze.
Il Partito Democratico (Pd), dopo aver sì trovato una mediocrità faticosa, si ritrova ora a fronteggiare un’ulteriore crisi. La questione del riarmo, che sembrava archiviata, è tornata d’attualità. Quando se ne parlerà ancora? È la conferenza dei capigruppo a stabilirlo, ma nel frattempo l’atmosfera si carica di tensione. Che dire, dunque? “Abbiamo approvato all’unanimità la risoluzione”, afferma Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd. A rincarare la dose, si registra l’intenzione di votare secondo le direttive stabilite.” Ma sull’eventuale interazione con le mozioni delle altre forze di opposizione? “Faremo le nostre consuete valutazioni,” continua Provenzano, svelando l’assoluta assenza di chiarezza nella loro strategia.
È evidente che questo circolo vizioso potrebbe rivelarsi un nuovo e delicato passaggio per il Pd, una sorta di equilibrismo politico che non fa altro che esporre la loro inettitudine. Riaprire un divario interno circa il modo di approcciarsi alle mozioni altrui? Potrebbe essere la cartina al tornasole della divisione interna. Un testo particolarmente critico potrebbe portare una frangia riformista a dissentire. E nei corridoi del Pd ci si interroga su quale direzione assumeranno i 5 Stelle: “È solo un modo per promuovere la loro manifestazione del 5 aprile o ci vogliono in difficoltà?” Insomma, una sottile manovra politica. E da parte dei 5 Stelle; “La nostra mozione contro il Rearm Europe è una sfida al governo: vogliamo che si assuma le sue responsabilità!”
Le parole di Giuseppe Conte e dei capigruppo sono forti: “Desideriamo fortemente questa mozione!” Non vogliono che si avanzi verso una economia di guerra senza il consenso dei cittadini. Un discorso pubblico è ciò che richiedono ardentemente; nulla di meno che un vero dibattito. “Torneremo qui a Roma il 5 aprile per dire NO a questo piano di riarmo!”
Per quanto riguarda la manifestazione del M5S, da Avs è già giunta la conferma della presenza, mentre dal Pd c’è solo silenzio. E la frangia ‘pacifista’ dentro il Pd, rappresentata da Arturo Scotto e Paolo Ciani, fa sapere che è poco probabile che possano partecipare date le loro agende già cariche.
Entrando nel merito delle mozioni, quella di Azione si compone di 4 punti chiave: rinforzo degli aiuti a Kiev, mantenimento dell’impegno del 2% del PIL in spese militari, cooperazione con i cosiddetti ‘volenterosi’ per fornire materiali necessari all’Ucraina e costruzione di una politica di difesa comune con un esercito comune in vista. Calenda insiste: “È tempo che l’Italia prenda una posizione netta. Basta giocare con le parole.”
D’altra parte, la mozione presentata dai 5 Stelle prosegue in direzione opposta, richiedendo insistentemente al governo di “assumere nuovamente un impegno maggiormente lungimirante.” Così ci troviamo di fronte a un circolo vizioso di ipocrisia e assurdità, dove tutti si ostinano a tirare acqua al proprio mulino, senza tener conto dei veri bisogni della cittadinanza.
Quando pensi che la situazione non possa peggiorare, ecco che qualcun altro si presenta con un piano geniale per affondare ancora di più. È incomprensibile come il piano di riarmo europeo ‘ReArm Europe/Readiness 2030’ continui a ricevere supporto anziché essere sostituito con un programma di rilancio vero e proprio, che includa investimenti in sanità, sostegno alle filiere produttive, incentivi all’occupazione, istruzione, e sostenibilità.
Il teatro del ridicolo
È evidente il favore con cui i rappresentanti del Movimento 5 Stelle accolgono la scelta dell’AVS di presentare una proposta alternativa. “È una buona notizia che altre forze politiche intraprendano iniziative contro il Rearm. Ci troviamo in un momento storico in cui il governo e certi media tentano di convincere il pubblico che l’urgenza è quella di investire in armi. Per noi le vere priorità sono sanità, stipendi, bollette e la ripresa economica del nostro tessuto industriale”, affermano con indignazione i parlamentari.
Una follia senza precedenti
Un’opinione condivisa da AVS: “Siamo favorevoli alla mozione proposta dal Movimento 5 Stelle riguardo il piano di riarmo di Ursula von der Leyen. Anche noi, come AVS, stiamo preparando un nostro documento”, dichiarano Bonelli e Fratoianni. “Investire 800 miliardi a livello nazionale in Europa per armamenti è semplicemente assurdo. Mentre l’Europa scivola verso un’economia di guerra, esigiamo che il Parlamento italiano, con l’appoggio delle forze di maggioranza e del governo Meloni, affronti questa questione in modo pubblico e trasparente”.
Il malcontento cresce
Il dramma è che le risorse vengono gettate al vento, mentre le promesse vuote si sprecano. Le persone che quotidianamente lottano per sbarcare il lunario si girano verso questa assurdità con incredulità. Come possono le istituzioni ignorare il grido disperato di chi ha bisogno di sollievo e supporto? La realtà è che i cittadini si trovano sempre più in balia di un sistema marcio, in cui le vere necessità vengono sistematicamente trascurate.
Soluzioni impossibili
E, per concludere, chi mai si preoccupa di trovare vere “soluzioni”? Se solo qualcuno decidesse di fare qualcosa di realmente utile… ma, naturalmente, questo non avverrà mai. La cosa peggiore è che ci aspettiamo un cambiamento ma continuiamo a scivolare nell’assurdo.