Triggiano, scossa nel centrodestra in vista delle elezioni comunali: il candidato sindaco D’Alesio si ritira con Cataldo

Triggiano, scossa nel centrodestra in vista delle elezioni comunali: il candidato sindaco D’Alesio si ritira con Cataldo

In un intricato gioco di alleanze e ritiri, la politica locale mostra ancora una volta la sua faccia ambigua. Onofrio D’Alesio ha deciso di fare un passo indietro dalla sua candidatura a sindaco di Triggiano, in seguito a un turbinio di critiche e pressioni interne alla coalizione. La situazione si complica ulteriormente con le osservazioni di Chiara Colosimo, presidente della commissione nazionale antimafia, che ha dichiarato che nessuno collegato a certe situazioni dovrebbe essere candidato fino a una completa assoluzione — una posizione rigorosa, che risuona un po’ come una giraffa che insegna a ballare.

La Contraddizione della Coalizione

La decisione di Sandro Cataldo di sostenere la candidatura di D’Alesio ha scatenato un caos all’interno del centrodestra, dove i leader, che dovrebbero navigare nelle acque tempestose della politica, si sono trovati in balia di onde di malcontento. La coalizione, che si presume fortemente unita, ha apertamente respinto l’idea di abbracciare Cataldo, parlando di una situazione «mai concordata» che potrebbe suggerire che le parole trascendono la realtà delle alleanze politiche, o forse semplicemente rivelano una debolezza strutturale nella loro coesione.

L’Assurdo del Processo di Candidatura

Il messaggio di Colosimo era chiaro: la presenza di individui con situazioni di dubbia legittimità non è accettabile. Tuttavia, ci si chiede: perché questa presa di posizione non viene applicata in modo uniforme? A quanto pare, le barriere morali si costruiscono in base a chi si trova dall’altra parte della barricata. Un dubbio che amplifica la percezione di un sistema dove la cautela è bandita quando conviene, ma agita come una bandiera quando serve a sbarrare la strada agli avversari.

La Questione Morale e Giuridica

Cataldo ha commentato la sua scelta di ritirarsi, affermando di rispettare, sebbene non condivida, la decisione dei vertici provinciali. Questa frase, intrisa di un’opaca ambiguità, fa interrogare: è davvero una questione di etica o semplicemente una danza di potere? Le schede di valutazione su chi sia “degno” di rappresentare la comunità sembrano più un gioco di fissioni politiche che una riflessione autentica sulle capacità di un candidato.

Possibili Soluzioni o Meri Illusi?

Rivisitando il tutto con un occhio critico, ci si potrebbe chiedere se esistano alternative praticabili a questo scenario disordinato. Forse un sistema di candidabilità trasparente, che pone fine a queste battaglie interne, potrebbe contribuire a ristabilire un po’ di ordine? O, in fin dei conti, sono solo sogni di chi spera in una politica sana in mezzo a un campo di battaglia? Chi sa se le istituzioni siano realmente pronte ad affrontare questa sfida. Così, mentre i candidati ritirano la loro disponibilità e le coalizioni si disgregano, non possiamo fare a meno di domandarci: quando libereremo la politica dalle sue contraddizioni intrinseche?

Affrontiamo la questione direttamente. La recente decisione di Onofrio D’Alesio di ritirarsi dalla candidatura alle elezioni comunali non rappresenta solo un passo indietro personale, ma una vera e propria disfatta per la Democrazia. È curioso notare come la presunzione di non colpevolezza venga clamorosamente trascurata, dando spazio a una narrazione che sembra più un gioco politico che una seria riflessione sul futuro della comunità.

In teoria, questa notizia avrebbe dovuto riunire la coalizione di centrodestra, ma evidentemente la realtà è ben diversa. Le segreterie regionali e provinciali di Forza Italia e Fratelli d’Italia comunicano in modo deciso: «Onofrio D’Alesio non è il nostro candidato sindaco di Triggiano». Queste affermazioni non solo sono illogiche nel contesto di un’alleanza, ma fanno sembrare le elezioni più un affare privato che un servizio alla comunità. Un ritiro forzato che sembra essere servito su un vassoio d’argento al centrosinistra e ad altre forze politiche meno conosciute, che, guarda caso, sembrano già pronte a raccogliere i cocci della situazione.

Una Campagna Sotto Le Stelle

Nel comunicato si afferma che la candidatura di Sandro Cataldo nella lista del sindaco è stata una scelta autonoma. Ironico, vero? In un contesto dove la comunicazione interna appare tanto sommaria e confusa, si deve riconoscere che i partiti locali del centrodestra sembrano essere stati «messi in vendita». D’Alesio, ora ex candidato, non può che esprimere la sua frustrazione per tale situazione, descrivendo gli eventi come una farsa, dove la guida è assente e gli interessi prevalgono sulla politica.

Un Gioco Politico Sotto Esame

Il nome di Sandro Cataldo è tristemente noto, essendo legato all’inchiesta «Sandrino», che ha rivelato accuse di corruzione elettorale e malversazioni nelle elezioni locali. Un contesto in cui l’engagement politico diventa una mera illusione, tra inviti a «riunirsi» e promesse non mantenute. Come ci si può fidare di una classe politica che, invece di prendere provvedimenti, sembra preferire approfittare delle debolezze altrui?

Possibili Soluzioni: Utopia o Realtà?

Che fare, allora? Ci sono soluzioni? Si potrebbe pensare a una trasparenza radicale nelle candidature o a misure che prevedano il coinvolgimento diretto dei cittadini nel processo decisionale. Ma è realistico aspettarsi che questi cambiamenti vengano implementati? La storia ci insegna che le buone intenzioni spesso rimangono solo sulla carta, sparite nel limbo delle promesse elettorali mai realizzate.

In sintesi, mentre gli spettatori assistono alla pièce teatrale della politica, la democrazia si svilisce e i veri problemi restano irrisolti. La valanga di contraddizioni e l’incapacità di affrontare le questioni fondamentali non possono che portare a una profonda riflessione sulle scelte che ci aspettano. Una cosa è certa: il tempo per l’azione è ora. Eppure, sembra sempre troppo tardi.

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