Treviso fa la mossa: il Comune leghista registra le mamme arcobaleno, ora tocca agli altri sindaci seguire l’esempio?

Treviso fa la mossa: il Comune leghista registra le mamme arcobaleno, ora tocca agli altri sindaci seguire l’esempio?

Se il 22 maggio scorso la Corte Costituzionale ha deciso che anche le mamme non biologiche possono avere il loro nome sul certificato di nascita dei figli nati all’estero, ora la Cassazione ha chiuso definitivamente la porta in faccia al ministero dell’Interno. Infatti, la questione riguardava un ricorso contro 37 coppie venete, e giovedì scorso gli ermellini hanno dichiarato «infondata» la richiesta dell’Avvocatura dello Stato, che voleva cancellare il nome della mamma non biologica dagli atti di nascita. Ma certo, la sentenza della Consulta, «applicabile a tutti i giudizi pendenti», non conta nulla per chi preferisce ignorare la legge.

«Non si contesta una sentenza», commenta l’avvocato Alexander Schuster di Trento, che rappresenta una coppia ormai «al sicuro» grazie all’iscrizione all’Anagrafe di Padova. Ma la vera domanda è: il ministro Matteo Piantedosi rinuncerà davvero alle cause aperte? E ancora, perché molti Comuni si rifiutano di registrare le mamme intenzionali, mentre aspettano sperduti indicazioni dal ministero dell’Interno, che chissà quando si deciderà a fornire? Sembra un episodio di una serie TV drammatica, ma siamo pronti a portare il caso davanti al giudice se ogni richiesta rimarrà ignorata per più di 30 giorni. Non si può continuare a ignorare una sentenza, anche se parecchi sindaci, specialmente quelli della Lega, si stanno dando da fare per boicottare la legge. E non è la prima volta che assistiamo a questi teatrini, basta pensare alle unioni civili.

Incredibile che proprio da un sindaco leghista, Mario Conte, alla guida della giunta di Treviso, arrivi la confusione tra norme e ideologie politiche. È sempre affascinante vedere come il rispetto per la legge venga interpretato a piacimento, come se fosse un menu da cui ordinare a seconda dell’umore. Per Conte e tanti altri, evidentemente, le sentenze valgono solo se lo dicono loro.

Ma chi l’avrebbe mai detto? La terza buona notizia per le mamme Arcobaleno si presenta come un fulmine a ciel sereno, grazie all’avvocato Valentina Pizzol. Solo tre giorni fa l’avvocato aveva chiesto informazioni sulla posizione del Comune riguardo alla “formazione di atti di nascita con due madri” e, incredibile! Venerdì, l’ufficiale di stato civile Thomas Stigari ha annunciato che dal 29 maggio si procederà in questa direzione. Oh, che meraviglia!

Stigari non si è certo risparmiato. Ha dichiarato che, in conformità alla sentenza della Corte Costituzionale, finalmente i nati da procreazione medicalmente assistita eterologa praticata all’estero vedranno riconosciuto il loro stato di figli anche dalla donna che ha dato il consenso per le suddette tecniche. Chi lo avrebbe immaginato? E nonostante le “iniziative amministrative” per sistemare la burocrazia, ha rassicurato tutti che nessun intoppo potrà ostacolare l’emissione degli atti di nascita.

Giuseppe Conte, ecco a chi rivolgiamo il nostro plauso! Ha dichiarato che rispettano scrupolosamente le sentenze e le leggi, invitando i suoi colleghi a fare altrettanto. Perchè mai dovremmo vederci un secondo interesse, giusto? Il rispetto per la legge non ha nulla a che fare con le scelte politiche o ideologiche; ora basta.

Soddisfazione per i Progressi

È evidente la gioia dell’avvocato Pizzol: “Spero che questa apertura del Comune di Treviso possa spingere le altre amministrazioni a muoversi, in particolare la famigerata Venezia, che continua a ignorare i diritti delle mamme intenzionali. Non possiamo tollerare che tanti bambini rimangano in un limbo, giusto? La mia richiesta non riguardava solo una coppia, ma l’orientamento del municipio in generale.” Meraviglioso.

La voce di Iryna Shaparava, una delle portavoce storiche dell’associazione Famiglie Arcobaleno del Veneto, sembra essere un coro di conferma: “Finalmente ci sentiamo tranquille, ma lo spauracchio della battaglia continua per altre due questioni scottanti. Vogliamo parità di diritti per le coppie di papà, consapevoli che il riconoscimento della surrogazione come reato universale in Italia crea non pochi problemi.” Ma si sa, un passo alla volta!

Iryna, madre di una bambina di 9 anni, residente a Campolongo con la moglie, ha fatto il punto della situazione: “Abbiamo raggiunto la tutela dei nostri figli ed è il nostro traguardo più importante, ma la strada è ancora in salita.” E chi non ama un buon viaggio nella burocrazia italianissima, spezzettato tra fini reali e chiacchiere incredibili?

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!