I messaggi iniziano a lampeggiare sul telefono del sindaco Franco Ianeselli già dalle prime luci dell’alba. Le prime notizie sull’operazione della Guardia di finanza a Trento rimbalzano nella città, e incredibilmente, incredibile a dirsi, il primo cittadino è al settimo cielo. “Finalmente”, ripete, come se avesse appena scoperto la droga alla vaniglia. Gli esercenti onesti, che si sono ritrovati in un clima di esasperazione e confusione a causa di una concorrenza che, a dir poco, sembrava uscita da un film sul crimine, possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Dopotutto, ci voleva un’operazione di questo genere per illuminare l’oscurità di alcuni angoli commerciali. Come dire, il grado di scandalismo nei bar e ristoranti di qualità è “luci e ombre” in puro stile Hollywood.
Parlando dell’operazione “Sciabolata”, Ianeselli non ha dubbi: “Non è certo un fulmine a ciel sereno”. Veramente? Dovremmo forse credere che le scintille di qualche indicatore di attività illecite siano state così evidenti che persino il più distratto dei cittadini avrebbe dovuto accorgersene? Proprio come i piccioni che si posano sui monumenti, i segni erano presenti. “I segnali erano plurimi”, aggiunge, mentre pensa con nostalgia alle comodità di un sistema che quasi si pensa di legge. La Guardia di finanza non ha fatto altro che confermare ciò che molti già sospettavano: il crimine organizzato potrebbe aver trovato casa nel cuore della città.
La gente ne ha parlato, e non solo in privato. Testimonianze si rincorrono tra i muri dei negozi, dove “onesti” esercenti si sentivano schiacciati da metodi poco ortodossi dei “colleghi”. “Certo”, ammette Ianeselli, “i primissimi a notare l’andazzo sono stati proprio loro, quelli onesti, che si trovavano in difficoltà a fronte di una concorrenza che sembrava originaria da un altro pianeta.” Un momento, è naturale scuotere la testa in segno di incredulità. “Concorrenza sleale” è un eufemismo ridicolo quando ci si riferisce a gente che si rifugia dietro pratiche poco chiare. Ma, si sa, chi ha risorse infinite, ha anche un modo molto creativo di spenderle.
Ma siete mai stati in un bar o ristorante dove i prezzi sembrano far parte di un baratto tra la vita e la miseria? Esatto, quando le “persone con risorse infinite” iniziano a dominare il mercato, le domande sorge spontanea: chi diavolo sono? Forse qualche illuminato imprenditore che ha trovato il modo di aggirare le leggi? O, chissà, forse sono solo “amici” degli amici. È naturale che i “veri” commercianti cominciassero a lamentarsi. “Di recente”, continua Ianeselli, “alcuni di loro sono venuti a confidarmi quanto fossero esasperati e sfiduciati, davvero privi di speranza.” E chi potrebbe biasimarli? Qualsiasi cosa per tenere alla larga l’ineffabile marcio della facciata.
È affascinante come certi eventi emergano dal nulla come un fungo dopo la pioggia, non è vero? Un intero sistema di malaffare che, a quanto pare, è rimasto nascosto sotto il tappeto per anni. Ma certo, le autorità competenti sono sempre lì, pronte a garantire che tutto sia sotto controllo, anche quando sembra che il mondo stia bruciando attorno a noi.
Quando le persone mostrano un certo disfattismo, cosa risponderebbe? Magari direbbe: “Abbiate fiducia nelle autorità”. Fantastico, vero? Come se questa fosse la soluzione a ogni problema. Le indagini della Guardia di Finanza, capitanate dal Procuratore di Trento, Sandro Raimondi, sono impressionanti, ma chi ha tempo da perdere ad aspettare che un’intera cornice di malaffare venga smantellata? Ah, il “tempo” delle indagini, sempre così comodo quando ci conviene.
Interessante però che l’operazione non sia stata un fulmine a ciel sereno. Invece, alcuni sviluppi sono stati definiti «inquietanti». Perché mai? Oh, sorprendentemente, il malaffare non si limita gestire alberghi e ristoranti. Siamo al livello successivo, con collusioni tra i vertici di una società pubblica, Patrimonio del Trentino, che sembra avere una certa predisposizione per gli affari illeciti. Questo rende il tutto ancora più affascinante, dal momento che il sistema di Trento si rivela vulnerabile anche ai livelli più alti. Meraviglioso, non è vero?
Ed è divertente notare che un sacco di gente abbia deciso di esprimere il proprio sollievo. Tanti messaggi, “Finalmente”, “È stata fatta giustizia” e via dicendo. Un titolare di un bar ha persino pianto. Lacrime di gioia? O solo l’emozione di essersi liberato da una morsa di paura che ha attanagliato il suo mondo? Grazie alla Procura e alla Guardia di Finanza, naturalmente, che hanno steso un tappeto rosso per le opportunità di segnalazione e vigilanza. Siamo proprio sicuri che “continuare a vigilare” e “avere fiducia nelle forze dell’ordine e nella giustizia” sia la ricetta definitiva. Quanto siamo naïf a pensare che le cose possano cambiare realmente!