Il consigliere di Campobase, Renato Tomasi, sembra avere una vita piena di sorprese, ma purtroppo non quelle che avrebbe desiderato. In un’intervista piena di telefonate fastidiose da parte di ex colleghi e dipendenti comunali, ammette chiaramente: «Non ho molta voglia di parlare in questo momento». Certo, chi vorrebbe parlare di argomenti così… stimolanti, come il suo futuro politico?
Giovedì pomeriggio, 8 maggio, appena uscito da Palazzo Geremia, i passanti si sono accorti che il suo umore non fosse al top. Immaginate la scena: Franco Ianeselli, il sindaco, appena gli comunica che non è stato scelto per la giunta. Una vera e propria «ferita», la definisce Tomasi, che, purtroppo per lui, non può contare su un postino di buone notizie.
Ma non preoccupatevi, perché la giunta è comunque un’ottima compagnia: Alberto Pedrotti, quello che ha ottenuto il suo voto, gli ruberà il posto. Ah, e non dimentichiamoci del trio del Pd: Elisabetta Bozzarelli, Giulia Casonato e Michele Brugnara, affiancati da Gianna Frizzera, Pedrotti, Monica Baggia per Insieme per Trento, e Andreas Fernandez per Avs. Un bel team, non c’è che dire.
Insomma, Tomasi non avrà l’agognato assessorato nemmeno questa volta. La sua amarezza è palpabile. Ma aspetta, non è tutto perso! Mostra una certa solidarietà verso Stefano Risatti, il cui nome non è mai emerso nella corsa per la giunta. «Eppure lui è il terzo più votato di Campobase», dice. Ma chi ha bisogno di logica quando si può semplicemente ignorare chi ha ottenuto più voti? Ah, il mondo della politica.
Torniamo alla sua esclusione dalla giunta. Sole, mare, e una convocazione dal sindaco. «Come va?» chiede Ianeselli all’entrata di Tomasi. Un modo dolce di dire che la sua giornata potrebbe andar meglio. Ma il nostro eroe non si tira indietro: «Sono un po’ irritato». Giusto, perché giorni di gossip sulle “preferenze più votate” non portano a nulla di buono quando il tuo nome rimane appeso come una lanterna spenta.
«In effetti voglio proseguire il mio lavoro con Pedrotti», dice Ianeselli. E che cosa fa Tomasi? «Mi sono alzato e sono uscito». Ottima mossa, infatti, chi ha voglia di restare a chiedere di un posto che non gli spetta? A volte il silenzio parla più delle parole, specialmente in un ambiente così sfarzoso e impegnativo come quello della politica di Trento.
Ah, la carità, argomento sempre così stimolante! Sì, in queste ore ho ricevuto un numero impressionante di telefonate: ma indovinate un po’? Non ho risposto a nessuno. E i messaggi? Incredibile, sono infiniti e tutti con la stessa litania: sono arrabbiati con il sindaco. Che sorpresa!
E dal partito, nessuna chiamata per te? “Non sono dell’umore di sentirli”, confessa. Ma perché solo lui è messo in discussione? “Tenete presente che dal 2020 ho guadagnato 120 voti, e sono tutti voti miei, sia chiaro. Non del partito.” Ecco, una vera autopromozione! Un grande talento della politica, senza dubbio.
Si parlava di Pedrotti in giunta: più giovane, eh? Ma ecco che il nostro protagonista rassicura tutti: “Si continua a parlare di gioventù, dimenticando che la mia generazione rappresenta il 40% degli abitanti del Trentino. Mi chiedo: chi porta le esigenze dei settantenni in giunta se sono tutti giovani?” Lamentarsi è un’arte, e lui è il maestro!
“Capisco che la considerazione del sindaco nei miei confronti sia bassa.” Certo, ma bisogna anche ricordare la meritocrazia: chi ha portato avanti il forno crematorio, la sala del commiato e la sede dell’azienda forestale? “Dà fastidio non essere considerati.” Giustamente! E in questo il sindaco fa una figura pietosa. Ma cosa importa, quando si può infierire sugli “elettori traditi”? È un messaggio che non lascia indifferenti, soprattutto ora che i votanti del centrosinistra si sentono abbandonati.
“Se le offrisse una delega consiliare, accetterebbe?” Chiede il giornalista, e la risposta è illuminante: “No, ho una dignità. Sono convinto che la mia nomina in giunta avrebbe portato più genuinità, più umanità.” Ecco, il tocco di umanità di cui aveva bisogno la giunta!
E se invece gli offrissero la presidenza del consiglio? “Sì, volentieri. Anche se venire nominati dopo Paolo Piccoli sarebbe impegnativo.” Ah, che diplomazia!
Ma ora il nostro eroe si sente amareggiato. Come si comporterà con Ianeselli e la maggioranza? “Non lo so, non so cosa farò e se rimarrò in maggioranza. Ora mi sento ferito e devo pensarci.” Ottimo approccio, anche un colpo da maestro per un politico in crisi!


