Trento 2025: Franco Ianeselli trionfa, ma chi pensava che serietà e coraggio bastassero?

Trento 2025: Franco Ianeselli trionfa, ma chi pensava che serietà e coraggio bastassero?

A Trento, l’affluenza è calata di ben undici punti rispetto alle elezioni precedenti. Ma la vera chicca è che il sindaco uscente, Franco Ianeselli, ha avuto la faccia tosta di affermare: «Chi non vota ha qualche diritto in meno di lamentarsi. Chi vota ha pieno diritto di farlo». Già, perché lamentarsi è un po’ come andare al ristorante: se non hai ordinato nulla, non puoi certo aspettarti una cena.

Conferma della sua carica a Trento, Ianeselli ha rispettato le previsioni che lo davano sostenuto da un’armata di sigle come il PD, i Verdi e una miriade di liste civiche. Visto il risultato, 54,61% contro 26,69%, la vittoria parla chiaro. Il centrodestra deve aver pensato che bastasse un bel trucco di magia per portare il candidato di FdI, Lega e Forza Italia al ballottaggio, ma sembra che la realtà sia stata più crudele di quanto sperassero.

Le spaccature pre-elettorali hanno fatto il loro lavoro. Da un lato i partiti di governo, armati fino ai denti, e dall’altro le civiche autonomiste, che hanno fatto scendere in campo Andrea De Marchi. Una bella sfida che, a quanto pare, non ha brillato di certo per unità. Forse è tempo di darsi una svegliata e capire che le elezioni non si vincono con la divisione.

«Ho dimostrato serietà e coraggio», ha dichiarato Ianeselli con il sorriso di chi ha appena fatto bingo. «Una riconferma al primo turno in una città in cambiamento non è scontata». Beh, chi avrebbe mai pensato il contrario? In campagna elettorale, ha toccato il tema scottante della sicurezza, il grande nodo per eccellenza. «Sulla sicurezza, dobbiamo lavorare costantemente con il commissario del Governo, il questore e la polizia locale». Chiaro, perché è ovvio che la sicurezza si risolve con una bella riunione di famiglia con tutte le autorità in gioco.

E come se non bastasse, il nostro sindaco ha aggiunto: «Continuare a convincere la Provincia a gestire l’accoglienza non come un’ammucchiata senza servizi». Perché chi non sogna di vivere in un ostello per lavoratori, no? Dopo tutto, cosa c’è di più romantico che dormire sotto un ponte mentre si sta facendo del lavoro straordinario? Insomma, in un mix di ottimismo e lasciare le promesse nel cassetto, Ianeselli è pronto a guidare la città per altri cinque lunghi anni.

Ah, le elezioni! Questo meraviglioso momento in cui ci riuniamo tutti per esprimere la nostra visione del mondo, o almeno così ci dicono. Ianeselli, il sindaco di Trento, non può fare a meno di notare che l’astensione è stata davvero «molto forte». Ma certo, perché preoccuparsi il giorno delle votazioni quando si può ignorare il resto dell’anno? Dicono che ogni azione per incoraggiare la partecipazione alla vita pubblica sia una «buona azione». Forse è solo una buona azione per chi la fa, ma chi può dirlo?

Ma aspetta! Il 1° maggio, il glorioso giorno festivo della classe operaia, coincide con il voto. Ianeselli ha saggiamente osservato che «sicuramente ha influito». Ma chi si stupisce? È un problema che affligge tutte le democrazie dell’Occidente — tutto un bel caos. Quale migliore momento se non durante un ponte per avere una crisi di partecipazione? Che genialità!

Infine, il nostro amato sindaco conclude dicendo che chi non vota ha «qualche diritto in meno di lamentarsi». Davvero? Quindi chi si astiene deve semplicemente chiudere la bocca e accettare tutto? Chi vota, invece, ha diritto di far sentire la propria voce. Non è delizioso? Avere un sistema in cui la lamentela è direttamente proporzionale alla scheda elettorale? Non potrebbe funzionare meglio, giusto?

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