Il sindaco di Pinzolo sembra avere un vantaggio non da poco rispetto al collega di Ville di Fiemme. E quindi, tra luglio e agosto, la scelta finale avverrà, perché si sa che le decisioni fondamentali vanno sempre rimandate all’estate, quando tutti siamo pronti a fare il solito “tifo estivo” per la politica locale.
Il processo di rinnovamento dell’immagine di questo organismo, nato subito dopo le elezioni di maggio, procede lentamente – ma tranquilli, ormai mancano solo gli ultimi pezzi del puzzle. A breve, il nuovo Consiglio delle autonomie potrà finalmente cominciare il proprio mandato. Chiusura in grande stile di un periodo di transizione che tutti amiamo, perchè ci regala settimane di attesa infinita prima che i territori eleggano finalmente i propri rappresentanti, quelli che dovrebbero rappresentarli davvero negli enti locali.
Alcuni sindaci, però, erano già “prenotati” – se non addirittura saldamente seduti – sul nuovo Cal fin dalle elezioni, primo o secondo turno che fosse. Chi pensava alle sorprese dovrà rassegnarsi: i sindaci di Trento, Rovereto, Riva, Pergine e Arco sono componenti di diritto, come se la democrazia fosse una questione di nascita nobiliare. Non dimentichiamo il presidente del Consorzio dei Comuni e il procurador del Comun general de Fascia, anch’essi immancabili nei decreti firmati che hanno espresso i primi punti fermi del nuovo assetto. Tra i super nominati troviamo ovviamente Franco Ianeselli, Giulia Robol, Alessio Zanoni, Marco Morelli e Arianna Fiorio per i centri maggiori, Paride Gianmoena per il Consorzio, e il procurador Edoardo Felicetti. Insomma, un’ossatura quasi granitica, che non ha bisogno di troppe sorprese.
Successivamente, i collegi si sono riuniti per scegliere i sindaci che rappresenteranno i rispettivi territori, ma solo dopo lunghi e articolati confronti, perché si sa, far finta di consultarsi è ormai uno sport nazionale. Ecco, a oggi, tutto è pronto tranne che per i verdetti finali: mancano ancora i due rappresentanti per il collegio territoriale della Val di Non, i due della Vallagarina e i due della Valsugana. E per concludere il quadro, il rappresentante dei presidenti delle Comunità di valle, il quale dovrà aspettare pazientemente l’elezione degli stessi presidenti. Un’attesa che, come sempre, fa parte del rituale.
Iter Complesso e Articolato: La Magica Danza dell’Attesa
Un iter complicato, più di una serie televisiva a puntate, che ci porterà, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto — esatto, il periodo in cui tutti preferiremmo essere in spiaggia — all’insediamento del nuovo Consiglio delle autonomie. Un momento che segnerà il tanto atteso inizio del mandato del nuovo organismo, dopo tante attese, giri di parole e forse qualche champagne di troppo negli uffici.
Insomma, la politica locale mai come ora ha dimostrato la sua capacità di trasformare una semplice votazione in un evento epico di lunghissima durata, degno di un film drammatico americano. Il bello è che, alla fine, si tratta sempre degli stessi nomi, delle stesse logiche e di una liturgia che sembra più una brutta replica che un cambiamento reale.
Ah, la scelta delle figure apicali: un momento sacro in cui il presidente—nonché la sua giunta—diventano i protagonisti di uno spettacolo che appassiona tanto gli enti territoriali quanto la politica locale. Ma la vera star in questo drama politico-trentino è la poltrona più ambita: quella del presidente del Consiglio delle Autonomie. Perché, cari lettori, questo consiglio è nientemeno che la “voce” dei sindaci, e il suo presidente è l’oratore supremo che traduce queste voci nella danza invisibile dei rapporti con la burocrazia e non solo, dalla giunta provinciale fino al consiglio. Un vero trionfo della democrazia locale! Ma, si sa, la democrazia è anche un campo minato di giochi di potere e strategie degne di un reality show.
Secondo le chiacchiere da bar politico, due sarebbero i contendenti pronti a contendersi la corona: l’uscente Paride Gianmoena e il vice Michele Cereghini. Proprio così, un duello che sembra più una sfida fra un veterano e un aspirante dal sorriso smagliante. Tuttavia, a quanto pare il buon Cereghini gode di un lieve vantaggio—sempre secondo fonti strettamente ufficiose, ovvio—sull’illustre sindaco di Ville di Fiemme, il quale governa il CAL da ben dodici anni. E si sa, tra le scuse più gettonate per cambiare presidente c’è sempre quella del “rinnovamento”: una parola magica che fa breccia nel cuore di qualche sindaco desideroso di aria fresca (o almeno così credono). E non si dica che qui non si respiri politica, perché i partiti – come sempre – osservano con interesse tutte le manovre, magari già pensando alle elezioni provinciali del 2028. Eh sì, la politica è una partita a scacchi lunga anni, e qualcuno ha già accostato Gianmoena a un nuovo progetto civico che vede in campo il giovane Mattia Gottardi insieme agli ex meloniani Carlo Daldoss e Christian Girardi. Che nessuno osi dire che la politica trentina non sia spettacolo e strategia.
Ma non è tutto: c’è un’ulteriore ciliegina sulla torta di questo melodramma istituzionale. L’Assessore Roberto Failoni ha manifestato un’evidente irritazione per lo stop imposto dai sindaci alla sua legge sugli impianti da sci. Proprio così, un piccolo dramma tutto trentino che potrebbe – udite udite – aprire qualche spiraglio a favore del buon Cereghini, visto il suo rapporto di vicinanza, anche territoriale, con l’assessore. Se volete conoscere il verdetto finale di questa sfida da thriller politico, dovrete aspettare almeno fino alla fine del mese, perché la suspense si fa sentire. Nel frattempo, domani il CAL sarà chiamato a esaminare l’integrazione del protocollo di finanza locale—qualcosa che sicuramente riempirà gli animi di passione e i cuori di adempimenti formali—per poi dedicarsi con zelo all’assestamento di bilancio provinciale. Mercoledì, infine, i sindaci si pronunceranno nel Parterre degli opinionisti, prima dell’audizione pomeridiana in prima commissione consiliare. Applausi per loro.


