Trentino e le elementari a luglio: sindacati in rivolta, Fugatti faccia la voce grossa ma anche il buon senso

Trentino e le elementari a luglio: sindacati in rivolta, Fugatti faccia la voce grossa ma anche il buon senso

Che gioia, l’ultima estate di vera vacanza per i maestri della scuola primaria rischia di essere un ricordo fumoso. Maurizio Fugatti, il nostro carissimo presidente, venerdì mattina ha suonato la campanella: niente più pigrizie estive. Dopo la scuola dell’infanzia, ora anche gli scolari delle elementari dovranno ingoiare la pillola amara di una scuola aperta a luglio. Naturalmente, perché fermarsi, dato che l’esperimento «di successo» nell’infanzia ha tutto il sapore di una ricetta condivisa con la saggezza infinita dei burocrati di turno.

Lo ha dichiarato durante la discussione sull’assestamento di bilancio, con quella brillante idea di replicare l’«apertura della scuola dell’infanzia a luglio». Come se obbligare i più piccoli a turni di lezioni estive fosse la soluzione magica per un sistema scolastico inefficiente. Ovviamente, il mondo della scuola non ha preso bene questa illuminazione, scatenando un vespaio di critiche fragorose.

I sindacati e il loro eterno grido di dolore

Non potevano mancare le mobilitazioni. I sindacati, pronti a impugnare l’ultimo fazzoletto di normalità, hanno subito annunciato una stagione di lotte degna della Rivoluzione francese. Il governatore dovrebbe, secondo loro, fare un passo indietro, come se fosse così semplice una decina di metri all’indietro nella vasta platea della politica educativa.

Ma la voce più autorevole, quella del Consiglio del sistema educativo, strappa il sipario con una condanna senza fronzoli. Ricorda che sia nel 2021 che nel 2024, il consiglio ha messo i puntini sulle i: la scuola dell’infanzia deve mantenere la sua funzione educativa, non trasformarsi in un parcheggio per bambini mentre mamma e papà lavorano. Una denuncia che si estende ora anche alla scuola primaria, più che mai nei mesi estivi.

Nel giugno scorso, anche la Consulta dei genitori ha alzato la voce: la scuola è il luogo dove si forgiano competenze di base, si coltivano relazioni umane e si plasma il pensiero critico. Usiamola per questo, non trasformiamola in un call center della convivenza familiare, si rimarca. Se facciamo confusione tra istruzione e oratorio, rischiamo di svuotare di senso la scuola, rendendola un servizio conciliante a buon mercato, una copia mal riuscita dei servizi territoriali, quelli che invece dovremmo rafforzare e non sostituire con una scuola aperta a oltranza.

Ma quali sono i veri buchi neri? Qualche spunto in più

Naturalmente non si tratta solo di difendere una «funzione educativa» presunta sacra. C’è anche la questione più pratica del «sommerso cambiamento» nelle abitudini familiari e scolastiche, un tema che Fugatti ucciderebbe volentieri con un colpo solo. La scuola diventata nel tempo un surrogato di baby-sitting perenne non è poi così lontana dalla realtà. Dunque la domanda vera è: stiamo davvero costruendo una scuola che prepara alla vita o solo una comoda estensione di orario per far felici i genitori lavoratori?

Senza contare che, con questa genialata di aprire a luglio, la brava scuola primaria si trasforma in un servizio «conciliativo», ovvero: mettiamo i bambini lì, ma senza troppo impegno, perché tanto è solo per fare i compiti del giorno prima o colorare qualche foglio. Dunque, addio alla formazione e benvenuto al parcheggio ovunque, tanto si sa che la vera educazione può aspettare, soprattutto se si vuole chiudere qualche buco nel bilancio pubblico.