Trentino e il suo amore per le urne: solo il 29,09% si dà la pena di votare!

Trentino e il suo amore per le urne: solo il 29,09% si dà la pena di votare!

A Trento città, dove erano state allestite 99 sezioni, ha avuto il privilegio di vedere soltanto il 27,04% degli aventi diritto recarsi alle urne, un vero e proprio trionfo di partecipazione, ma non è nemmeno lontanamente paragonabile ai fulgidi esempi di Pergine e Rovereto.

La situazione non migliora nemmeno a conclusione delle operazioni di voto: alle 15 di lunedì 9 giugno, l’affluenza per i cinque referendum in Trentino è rimasta nettamente sotto la media nazionale. Concludendo la danza delle percentuali, il risultato definitivo chiude a un modesto 29,09%, a meno di due punti dalla già scarsa partecipazione italiana che s’aggira intorno al 30%. E non preoccupatevi; questo dato non è neppure definitivo, mancano ancora i voti dall’estero che chissà quando arriveranno.

Spostandoci a un’analisi regionale, emerge un panorama pittoresco tra la Provincia autonoma di Trento e quella di Bolzano. Qui la partecipazione si fa davvero esilarante: soltanto il 15,87% per gli elettori bolzanini, non esattamente un invito a nozze per la Democrazia. A conti fatti, si tratta di una misera media del 22,70% per l’intera regione Trentino-Alto Adige. Un vero capitolo da manuale di come non si conquistano le folle!

Tornando alla nostra scintillante Trento, i numeri sono tanto vari quanto contraddittori. A Trento città, la partecipazione è vergognosamente ai livelli del 27,04%, seguita da Rovereto a 27,40%, e Pergine scivolato a 24,24%. Quasi un trionfo a Arco, con il 22,39%, mentre a Riva ci si consola con un 20,81%. Ma c’è speranza: il record di affluenza si registra a Castel Condino, dove si sfiora un inaspettato 34,95%. Oh, e non dimentichiamo il brillante 8,43% di Molveno, quasi un chiaro invito a prendere le vacanze invece di votare.

E le reazioni non tardano ad arrivare neppure in questo angolo semi-deserto di partecipazione. Il deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì, non si è fatto certo pregare per dichiarare che “il risultato del Trentino-Alto Adige è per quanto possibile ancora più netto nella sua piena testimonianza della sconfitta della sinistra”. Certo, perché quando i numeri non parlano, basta concludere che i tuoi avversari sono stati annientati! E adesso, come da preghiera, i cittadini italiani, elettori delle urne fantasma, chiedono a gran voce un “Paese moderno e proiettato nel futuro”. Chi lo sapeva che il futuro avesse un così scarso appeal?

Insomma, “il mandato consegnato è chiaro e ne saremo all’altezza”, ha concluso Urzì. Chissà, magari il futuro è solo un altro modo di dire che è ora di rimanere a casa e fare un buon caffè.

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