Todde e l’ennesima capriola della giustizia: ora la procura vuole far rivivere la governatrice della Sardegna!

Todde e l’ennesima capriola della giustizia: ora la procura vuole far rivivere la governatrice della Sardegna!

I pm di Cagliari sembrano tutti intenti a confermare una semplice multa per qualche piccola trasgressione nella rendicontazione delle spese elettorali. Il 22 maggio si svolgerà un’udienza che promette di essere decisiva, o quanto meno sorprendente, nel grande teatrino della politica sarda.

«Annullare la decadenza della governatrice della Sardegna». Che sollievo in casa di Alessandra Todde, che può finalmente tirare un sospiro di sollievo. La procura di Cagliari ha infatti chiesto al tribunale di annullare il decreto del Collegio regionale di garanzia elettorale, emesso il 20 dicembre 2024, da cui scaturiva la sanzione di decadenza, mantenendo però quella pecuniaria. Una vera e propria mossa alla scacchiera politica, non trovate?

Le richieste, formulate dal procuratore aggiunto Guido Pani e dalla sostituta procuratrice Diana Lecca, pongono senza dubbio un importante punto a favore della presidente della Regione, sulla graticola dallo scorso Natale. Chi non ricorda quel drammatico annuncio del Collegio di garanzia elettorale, che si abbatte come un fulmine a ciel sereno, dicendo “decadenza” a chi ha osato sforare con rendicontazioni di spese elettorali? Sì, una vera inadempienza, considerando anche che sono stati contestati plurimi e gravissimi errori di rendicontazione. Ovviamente, non poteva mancare anche l’apertura di un fascicolo per reato di falso.

Eh già, un vero terremoto politico per il M5S, che in privato è stata accusato di “cialtroneria” persino dai suoi alleati del PD. Sapete com’è, dopo quella vittoria risicata contro il candidato del centrodestra Paolo Truzzu, i festeggiamenti sembravano contrastare nettamente con la realtà. Negli ultimi quattro mesi, la governatrice ha dovuto lavorare in una situazione di precarietà assoluta, con la minaccia di dover tornare alle urne all’orizzonte.

Le contestazioni rivolte a Todde dal Collegio di garanzia sono state tutto tranne che lievi: errori evidenti e grossolani, come la mancata nomina di un mandatario elettorale, e addirittura il fatto di aver pagato di tasca propria alcune spese per la campagna elettorale. Una vera chicca, considerando che è espressamente vietato dalla legge. Chi avrebbe mai pensato che un politico potesse tanto? Un abbaglio nel bel mezzo della campagna elettorale, forse?

Violazioni chiare quelle riscontrate, certo, ma secondo la procura non tali da giustificare la decadenza di Todde, che è stata eletta grazie al geniale accordo del “campo largo”. Dunque, ora ci prepariamo per l’appuntamento che potrebbe decidere il destino politico di una governatrice in bilico, in un mondo dove le regole sembrano applicabili solo a proprio piacimento.

Chissà se il 22 maggio sarà realmente il giorno della verità, quando in tribunale si svolgerà una seconda udienza e chissà, magari arriverà anche la sentenza sul famoso «caso Todde». Resterà al suo posto la Todde o ci sorprenderà qualche colpo di scena che nemmeno un romanzo di avventura saprebbe immaginare? Certo è che la richiesta della procura sembra segnare un traguardo a favore della nostra eroina. Chapeau!

Il M5S sardo non si fa trovare impreparato e dichiara: “Siamo sempre stati convinti della bontà dell’operato di Alessandra Todde e il parere di oggi dà un’ulteriore conferma di quanto abbiamo sempre creduto.” Bravi! Perché, si sa, una dose di ottimismo in un momento come questo non guasta mai. E chi se ne frega della giustizia, quando abbiamo la *bontà* dell’uno e dell’altro a spianarci la strada!

Insomma, mentre il resto di noi aspetta il verdetto di un’aula di tribunale come se fosse l’ultima puntata di una serie di successo, loro chiedono alla presidente di “continuare a fare il suo lavoro, a testa alta come sempre ha fatto”. Mi chiedo: mentre fa il suo lavoro, avrà anche il tempo di riflettere su cosa significhi la responsabilità?

E il M5S promette di continuare a difendere con fervore “il buon governo della Sardegna”. Una frase che suona tanto bene quanto vuota, ma che fa sempre colpo in campagna elettorale. Peccato che in questo caso si tratti di un governo in bilico tra le aule del tribunale e le poltrone comode dei dirigenti. Poco importa la giustizia, l’importante è la buona reputazione, non è vero?

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