Tesla sfonda il pavimento in Borsa mentre Elon Musk si lancia nella politica come se fosse un hobby da weekend

Tesla sfonda il pavimento in Borsa mentre Elon Musk si lancia nella politica come se fosse un hobby da weekend
Titolo riscritto: Elon Musk e il suo partito politico: Wall Street non ne vuole sapere e le azioni Tesla affondano

Come se non bastasse agitare il settore tecnologico con le sue imprese, Elon Musk decide di lanciarsi in politica, annunciando un nuovo partito proprio sabato, dopo la chiusura delle borse. Oh, che tempismo perfetto per piacere agli investitori! Non sorprende che a Wall Street le azioni di Tesla siano immediatamente crollate del 7%. Fino a ieri, gli azionisti sembravano più interessati a vetture elettriche e razzi spaziali, non a un Musk impegnato sul palcoscenico politico.

È risaputo che Musk ha un pessimo rapporto con la politica quando questa interferisce con i suoi affari. Le sue aziende, da Tesla a SpaceX, vivono e prosperano in gran parte grazie ai sostanziosi aiuti pubblici e alle commesse governative. Intrappolarsi in un gioco politico dallo stile “fai da te” rischia di alienare quei pochi amici potenti rimasti, come la Casa Bianca, che in fin dei conti decide chi finanziare e chi no. Insomma, giocare con il fuoco mentre si cammina su un filo sospeso sopra Wall Street non sembra la mossa più lucida.

Scott Bessent, segretario al Tesoro, ha espresso senza mezzi termini il pensiero che circola in certi circoli ben informati: “I consigli di amministrazione delle società di Musk vogliono che torni a gestire le sue aziende e probabilmente non sono affatto entusiasti di questo nuovo partito”.

Più diretto (e impietoso) il commento del presidente Donald Trump sui social della sua piattaforma Truth, dove scrive con quella spietata franchezza che contraddistingue il suo stile:

“Mi rattrista vedere Musk perdere il controllo e trasformarsi in un disastro nelle ultime cinque settimane. Vuole anche lanciare un terzo partito che non ha mai avuto successo. Il sistema in vigore non li prevede.”

Ma la critica non si ferma qui. Trump ha anche colto l’occasione per sottolineare il proprio ruolo nella recente riforma fiscale, che però non fa certo felice Musk:

“È una grande legge, peccato che per Elon elimini i sussidi alle auto elettriche, sui quali mi ero opposto fin dall’inizio. Ho fatto campagna per abolirli quando Elon mi aveva dato il suo sostegno, dicendomi che non ci sarebbero stati problemi.”

Sul fronte aziendale, la situazione per Tesla non è certo idilliaca. Le vendite mostrano una tendenza al ribasso, mentre le feroci concorrenti cinesi stanno lentamente mordendo fette di mercato sempre più grandi, dimostrando che il dominio americano non è immortale. Il 2025 si prospetta come il secondo anno consecutivo di calo delle immatricolazioni, nonostante l’espansione generale del settore elettrico.

Per non perdere il vizio, gran parte dei profitti di Tesla proviene dai crediti per la riduzione delle emissioni di CO2, un gioco che anch’esso sta per essere rivisto con normative ambientali meno tolleranti. Ergo, altra fonte di guadagno destinata a prosciugarsi.

Dall’inizio del 2025, la quotazione di Tesla è precipitata di oltre il 22%, toccando un minimo ad aprile che ha quasi dimezzato il valore rispetto ai picchi precedenti. L’abbandono di Musk dalle cariche nella sua ex amministrazione sembrava avere regalato una speranza di risalita alle azioni, ma ora questo slancio rischia rapidamente di svanire.

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