Tensione alla Casa Bianca per l’impatto dei dazi. Il segretario al Tesoro Bessent considera la possibilità di dimettersi. Trump esorta: “Tenete duro”

Tensione alla Casa Bianca per l’impatto dei dazi. Il segretario al Tesoro Bessent considera la possibilità di dimettersi. Trump esorta: “Tenete duro”

La situazione economica degli Stati Uniti si fa sempre più intricata, con il segretario al Tesoro, Scott Bessent, a un passo dalle dimissioni dopo che Donald Trump ha annunciato l’imposizione di dazi. Durante una recente trasmissione su MSNBC, la conduttrice Stephanie Ruhle ha rivelato che Bessent starebbe cercando una “via di fuga”, eppure pochi giorni fa era lui a chiedere calma ai paesi colpiti da queste misure: “State calmi, vediamo come va”. Ah, che bel modo di gestire l’incertezza! Ma, davvero, il segretario ha recitato il ruolo di pacificatore mentre partecipava a consultazioni che hanno aperto la strada alle stesse misure che adesso sembra voglia abbandonare.

Dazi e avvertimenti: una ricetta per l’instabilità

È interessante notare come la voce più forte a difesa di questo protezionismo sia stata Howard Lutnick, il segretario al Commercio, il quale potrebbe trovarsi a fronteggiare l’ira popolare nel caso in cui i dazi finiscano col ritorcersi contro. Già ci si interroga se la reazione dei mercati, alquanto frettolosa, rispecchi la realtà o sia solo un riflesso di un nervosismo latente. Intanto, il senatore repubblicano Ted Cruz ha suonato il campanello d’allarme, dichiarando che i nuovi dazi potrebbero segnare un “enorme rischio” per l’economia e rendere i repubblicani vulnerabili a una pesante sconfitta elettorale. Ecco qua un macabro avvertimento che suggerisce quanto vicino sia il baratro.

La rivoluzione economica di Trump: storie di un futuro radioso o illusione collettiva?

Incontriamo ora il presidente Trump, che ostenta un’ottimismo disarmante sui suoi provvedimenti, affermando che la sua “rivoluzione economica” porterà “risultati storici”. Ma questo ottimismo è veramente fondato? E se i posti di lavoro promessi sono solo una magra illusione? L’ormai celebre appello su Truth Social a “resistere” mentre si attende un futuro luminoso non trasmette, forse, la sensazione di un leader che gioca a rassicurare il pubblico con frasi ad effetto piuttosto che sviluppare strategie concrete e sostenibili?

Eventi come questi ci ricordano con quanta facilità si possa intrecciare una narrativa rassicurante con una realtà ben più complessa. Il futuro della nazione appare ora più incerto, con un mix di speranze e timori che si riflettono nel tessuto di un’economia fragile.

Possibili soluzioni: tra sogni e realtà

Che dire poi delle “soluzioni” proposte per superare questa incertezza? Potremmo invocare una nuova strategia economica, un rinnovato dialogo internazionale che vada oltre il protezionismo, o, perché no, una revisione dei piani economici attuali. Peccato che spesso, tra il dire e il fare, ci sia di mezzo un oceano di contraddizioni e pochi reali progressi. Riflessioni e proposte ci sono, ma realizzarle potrebbe richiedere più del semplice “vincere o perdere” di una partita a scacchi, soprattutto in un gioco dove le pedine sono ben più complesse.

Cercare di risolvere i problemi economici attuali richiede coraggio e visione, ma sembra che la distanza tra le promesse e le azioni rimanga una costante imbarazzante. Eppure, il vero interrogativo è: quanto a lungo possiamo continuare a camminare su questa corda tesa senza cadere nel baratro?

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