Come ogni tanto, i mercati europei hanno deciso di farsi un giro sull’altalena dell’ottimismo cautelativo: le azioni in Europa sono salite di un risicato 0,17% all’apertura, giusto per farci credere che tutto stia andando a gonfie vele mentre si aspettano con il fiato sospeso la conferenza della tanto amata Federal Reserve degli Stati Uniti. L’attesa del taglio dei tassi d’interesse è palpabile – si sussurra addirittura che la probabilità di un bello 0,25% di riduzione sia all’87%, stando al magico strumento CME FedWatch. Una decisioncina che, naturalmente, mette in moto un meraviglioso domino di attese per le altre banche centrali europee e non solo.
Se vi state chiedendo perché tutta questa attesa coordina una valanga di decisioni in stile “Banca del Giovedì”, sappiate che giovedì toccherà alla Banca Nazionale Svizzera fare il proprio aggiornamento e il 18 dicembre arriveranno a turno anche la Banca d’Inghilterra, la Banca Centrale Europea, oltre alla Norges Bank norvegese e alla svedese Riksbank. Insomma, un vero e proprio festival delle decisioni sui tassi, per tenere tutti con il fiato sospeso e i portafogli pronti a saltellare.
Una rivoluzione “snellita” nella burocrazia verde? Grazie, ma no grazie.
In tema di leggi e regole, l’Unione Europea ha deciso di fare un grosso favore alle aziende rinunciando a farle impazzire con reporting sulle sostenibilità che, evidentemente, erano troppo pesanti da strisciare dentro gli uffici. Hanno trovato un compromesso geniale: esentare la maggior parte delle imprese da quelle fastidiose regole di trasparenza ambientale. La ministra per gli Affari Europei della Danimarca, Marie Bjerre, vi ha tenuto a sottolineare che “oggi abbiamo mantenuto la promessa di tagliare i pesi e le regole per aumentare la competitività europea”.
Magari non proprio il passo in avanti per salvare il pianeta, ma sicuramente un bel boost per la crescita e l’innovazione aziendale, perché nulla stimola l’innovazione come meno trasparenza e meno responsabilità, no?
Trump, chip Nvidia e la logica del “tagliatemi la torta”
Nel frattempo, oltreoceano, il sempre imprevedibile Donald Trump ha lanciato l’ultima mossa degna del miglior mercante ambulante: gli Stati Uniti permetteranno alla Nvidia di vendere i suoi chip H200 dedicati all’intelligenza artificiale ai “clienti approvati” in Cina, ma – ironia della sorte – solo se gli USA riceveranno un taglio del 25% sui ricavi. Altro che cooperazione internazionale: qui siamo nel bel mezzo di un mercimonio degno del mercato delle pulci.
Deutsche Bank, i guru dei downgrade e l’auto in crisi
Non potevano mancare le perle di saggezza della Deutsche Bank, che martedì ha deciso di togliere il fiato agli investitori tagliando il giudizio su Volvo da “Compra” a “Mantieni”, abbassando pure il target price del 1,8%. La borsa ha subito reagito con una discesa del 1,3%, perché si sa, quando i guru parlano, i mercati ascoltano.
Inoltre, il faro di saggezza tedesco ha ridotto il target price per Daimler Truck del 4,7%, sottolineando che il mercato statunitense, “contratto significativamente quest’anno”, ha messo alla prova la resilienza dei produttori di camion. Applausi, perché, come ci rammentano, gli USA continueranno a essere “un campo di battaglia competitivo critico” per il prossimo anno. Insomma, tutti pronti all’assalto di cowboy e camionisti su scenari quasi apocalittici.
Magnum si fa il suo show ad Amsterdam
Un po’ di zucchero per addolcire l’atmosfera: la Magnum Ice Cream ha esordito alla Borsa di Amsterdam con la sua indipendenza dopo lo spin-off dal colosso dei beni di consumo Unilever. L’azione ha guadagnato un po’ di terreno, perché, si sa, anche i gelati hanno bisogno di gloria tra i mattoni delle borse europee.
I dati da aspettare e l’andamento dal Far East
Il martedì porta con sé una cascata di dati: dall’export tedesco all’inflazione olandese, fino alle vendite al dettaglio britanniche, giusto per dare un senso a tutta questa frenesia. Nel frattempo, in Asia, le borse hanno ballato un tango al ribasso e i futures statunitensi sono rimasti fermini a contemplare un mondo che aspetta e chissà che.



