Taranto, il centrodestra sceglie Luca Lazzàro come candidato sindaco, Forza Italia sostiene FdI senza la Lega

Taranto, il centrodestra sceglie Luca Lazzàro come candidato sindaco, Forza Italia sostiene FdI senza la Lega

In un contesto politico in continua evoluzione, appare curioso osservare come le alleanze si formino e si disfino con una leggerezza che lascia sbalorditi. Da un lato, Forza Italia sembra abbracciare con entusiasmo la candidatura di Luca Lazzàro, presidente regionale di Confagricoltura, suggerito da Fratelli d’Italia. Dall’altro, pare che il centrodestra si sforzi di presentarsi come un’entità coesa, mentre le tensioni interne traboccano ogni volta che la questione si fa seria.

Bella Unità o Stratagemma?

Il consigliere regionale Massimiliano Di Cuia vorrebbe farci credere che questa sia una “scelta di responsabilità”. Ma considerando il contesto, ci si potrebbe chiedere: non è una mera manovra per mascherare divisioni e interessi personali sotto un velo di unità? La retorica dell’unità è affascinante, ma purtroppo spesso serve a nascondere conflitti di interesse e indecisioni. È davvero il “bene della città” a guidare queste scelte?

Un Sostegno… Equivoco

Di Cuia ringrazia gli “alleati” internamente, sottolineando l’importanza di una coalizione forte e unita. Ma se il centrodestra avesse il “dovere” di restare unito, perché i suoi membri devono affannarsi a esprimere gratitudine? Potrebbe sembrare che ci siano meno legami sinceri e più calcoli strategici in gioco. E qual è la vera proposta di Lazzàro per Taranto? Una “politica coerente, omogenea ed innovativa” suona bene, ma restano gli interrogativi: chi realmente giova da questo progetto?

Futuri Promessi, Passati Ombrosi

La nota congiunta di Marcello Gemmato e Dario Iaia sorprende per il tasso di ottimismo. “Ci presentiamo uniti e forti” dicono, dopo aver contribuito alla caduta di un’amministrazione di centrosinistra definita “fallimentare”. Ma la storia non ci insegna che il passaggio da un fallimento a una presunta soluzione non è un processo automatico? Le fragili promesse di una nuova era possono rapidamente svanire, lasciando agli elettori solo il sapore amaro della disillusione.

Possibili Soluzioni: Un Gioco di Risichi?

Ma quali potrebbero essere le vere soluzioni per Taranto? Magari un’analisi più profonda delle esperienze di città in crescita come Malta o Portogallo, dove le politiche pubbliche sembrano portare risultati tangibili. Tuttavia, il rischio è che ci si concentri su progetti fantasiosi mai realizzati. Un vero segnale di cambiamento richiede azioni concrete, non semplici dichiarazioni d’intenti. Sarà interessante vedere se questi leader s’impegneranno a tradurre le loro parole in azioni significative. Ma, come sempre, rimaniamo scettici.

Sembra quasi un gioco di specchi quello che si riflette nelle dinamiche del centrodestra a Taranto. Mentre si proclamano nuovi inizi e la necessità di affrontare sfide cruciali, la realtà è ben diversa: il partito è lontano dalla tanto agognata unità. Due cariche, due visioni, eppure un unico obiettivo: il rilancio. È questa la magia della politica italiana?

Contraddizioni in più colori

Da una parte abbiamo i membri di Forza Italia che sembrano finalmente giungere a un consenso dopo le tipiche “consultazioni interne”, dall’altra la Lega che sostiene senza mezzi termini il candidato Francesco Tacente. Ma, a chi farà realmente capo il voto popolare? Qui si annida una discrepanza che meriterebbe un’analisi più approfondita. Perché, si sa, le posizioni non sono sempre così stabili come si vorrebbe far credere.

Un candidato, mille incertezze

Con l’appoggio dell’ex sindaco Rinaldo Melucci, Tacente ha l’immediata aura del beniamino. Eppure, come ci insegnano le cronache, i favoritismi e le alleanze politiche possono evaporare in un battito di ciglia. Il centrodestra, nonostante le affermazioni di compattezza, è tutto meno che omogeneo, mettendo in discussione la solidità delle sue basi.

Una chiamata alle armi?

Se guardiamo al futuro di Taranto, questo non si presenta come un campo di battaglia, ma piuttosto come un palcoscenico dove si svolge uno show di promesse mai mantenute. Ogni partito sembra avere la sua ricetta segreta per il rilancio, eppure i risultati tangibili sono una rarità. I cittadini sono stanchi di assistere ai teatrini politici, desiderosi invece di vedere azioni concrete. I proclamati progetti si perdono tra i pericoli delle istituzioni, che talvolta sembrano impantanate in un linguaggio burocratico tanto eloquente quanto vuoto.

Possibili soluzioni?

Se solo ogni partito fornisse risposte piuttosto che slogan, forse l’affluenza del voto sarebbe maggiore e le amministrative non sembrerebbero un sfida a roulette. Riusciremo a vedere qualcosa di diverso dal “tanto rumore per nulla”? Il solo discorso di rivalutazione dell’area può sembrare un buon punto di partenza, ma finché rimarremo nel reame delle buone intenzioni, sarà difficile da concretizzare.

Insomma, con un futuro che si profila incerto, non resta che sperare in un capovolgimento di rotta. Ed è su questa nota di ironia che ci si può interrogare: quante volte ci prometteranno il sole, senza mai sfiorarne nemmeno i raggi?

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