Il vicepremier e segretario di Forza Italia ha deciso di far sentire la sua voce: «No a incrostazioni di potere. Un presidente di Regione ha più potere di un premier». Perché, ovviamente, non c’è niente di più sconvolgente di un politico che brandisce il concetto di ‘incrostazione’ come fosse un’arma segreta nello scontro politico quotidiano.
«Il dibattito sul terzo mandato? Io sono sempre pronto a discutere su qualsiasi argomento, però ritengo che due mandati siano sufficienti perché non servono incrostazioni di potere. Non è una questione di volontà popolare, anche Mussolini e Hitler hanno vinto le elezioni, non è questo il ragionamento». Così ha parlato Antonio Tajani durante un’intervista su Rtl 102.5, paragonando le democrazie contemporanee a quel paio di dittatori che, come tutti sappiamo, erano famosi per tutto tranne che per l’amore della democrazia.
Il confronto tra un presidente di regione e il presidente del Consiglio è un altro colpo da maestro: «Un presidente di Regione nel suo territorio ha più potere del presidente del Consiglio e di quello della Repubblica sul territorio nazionale». Ah, la bellezza del potere locale! Chissà perché non ci siamo mai chiesti se sia davvero saggio abbattere il potere centrale a favore di quello regionale, ma tant’è, pensiamo un po’ a quei rischi di autoritarismo e alle famigerate ‘incrostazioni di potere’.
Questa perla di saggezza da parte del vicepremier arriva dopo giorni di tensioni all’interno della coalizione di centrodestra. Da una parte abbiamo la Lega, che caldeggia il terzo mandato per i governatori, probabilmente mossi dall’interesse di permettere ai presidenti uscenti come Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e Maurizio Fugatti di continuare a sedere sulle loro comode poltrone. Dall’altra parte, la Forza Italia è assolutamente contraria a qualsiasi modifica del limite dei due mandati. E nel mezzo? FdI, che in un impeto di libertà ha aperto alla possibilità di una nuova legge per gestire questa delicata situazione.
Quindi, ricapitoliamo: la Corte Costituzionale ha bocciato la norma regionale della Campania che avrebbe permesso al PD Vincenzo De Luca di candidarsi per un terzo mandato. Ed ecco che il nostro eroe politico, Tajani, ha affermato che non si possono fare leggi senza tenere in considerazione la gravità della situazione. Perché mai allentare il controllo quando si può continuare a giocare a scacchi con la democrazia al centro della scena?
Parlare di **Forza Italia** è come assistere a un blockbuster di serie B: trama poco credibile, personaggi grotteschi e, naturalmente, qualche colpo di scena che ti fa chiedere come siamo arrivati fin qui. Un esponente del partito, parlando di leggi che sembrano fatte su misura per **Luca Zaia**, ha avuto l’ardire di affermare: “Non si tratta di fatti personali”. Ma certo, chi non sa che in politica le scelte si fanno “per principio”? Davvero esilarante!
Quindi, secondo questa logica impeccabile di **Forza Italia**, il vero problema non è la coincidenza che le leggi favoriscano proprio quel personaggio, ma il fatto che sia un “principio” che guida le scelte. Immaginate il sorriso beato che avrà avuto quando l’ha detto. Sì, perché nella politica italiana i principi valgon sempre di più delle persone – o almeno questa è l’idea che si tenta di vendere ai cittadini.
D’altronde, perché preoccuparsi di trasparenza o di coerenza quando si possono sfornare slogan che suonano bene? La realtà è che, in un lampo di genialità, **Forza Italia** ha trovato il modo perfetto di giustificare interessi personali mascherati da nobili ideali. Un capolavoro di retorica, veramente.



