La “soluzione”? Ritiro immediato dell’emendamento, firmato tra gli altri dalla consigliera provinciale Eleonora Angeli (quel raro esempio di coerenza che si scioglie come neve al sole) e dai celebri cavalieri dell’incoerenza Daniele Biada (Fdi) e Walter Kaswalder (Patt). È il perfetto esempio di come si apre – o meglio si chiude – un dibattito in questa maggioranza solidissima: fai un tentativo, ti annullano e sparisci.
Angeli ha dichiarato candidamente:
«Abbiamo depositato questi emendamenti e crediamo di aver ampliato il dibattito. Consapevoli che siamo consiglieri di maggioranza e non trovando spazio di negoziazione per il primo emendamento, ovviamente ritiriamo così da permettere che chi della maggioranza crede nella misura possa votarla così come proposta dal Presidente, che ha accolto la proposta degli altri due emendamenti.»
Il ritiro trionfale e le priorità… a sorpresa
Vaneggiando di natalità e demografia, l’emendamento tanto osteggiato da Angeli puntava a premiar non il terzo figlio, come vuole Fugatti, ma il secondo. Lo dichiara con la sicurezza di chi ha fatto i conti con una calcolatrice qualsiasi:
«In Provincia il tasso di fecondità totale è 1,28 figli per donna. È evidente che la priorità sia sulla natalità del secondo figlio e non del terzo.»
Peccato che poco dopo il discorso diventi filosofico e quasi umano, perché Angeli decide che la questione non è più una faccenda numerica o economica:
«Ma più entriamo nel discorso e più ci sfugge il lato umano del tema che stiamo trattando. Questa scelta non dovrebbe dipendere da questioni economiche.»
Insomma, la coerenza si è presa un bel caffè e non è più tornata. Risultato? Primo emendamento gentile e cortese: ritirato senza applausi. Mentre il secondo e il terzo — quelli utili a trasformare il bonus in una sofisticata “card” natalizia (così, se vuoi, la puoi spendere in modo mirato) e a stabilire un magico monitoraggio tra tre e cinque anni per vedere se qualcuno si ricorda di controllare — vengono accolti con abbracci e pacche sulle spalle.
La solita pantomima
L’intervento di Angeli si è svolto davanti a un pubblico entusiasta nella stanza delle meraviglie del potere provinciale: l’Aula. Qui si gioca la partita in cui la maggioranza fa finta di aprire il confronto, ma si chiude a riccio qualora qualcosa sfugga al controllo stretto del governatore e del suo cerchio magico.
E così, mentre il dibattito si allarga come un fuoco che brucia poco ma spesso, la realtà è che la maggioranza resta un blocco unico, resistente a ogni tentativo di diversità, e Fratelli d’Italia viene gentilmente messa da parte come se fosse un fastidioso invito a cena non desiderato.


