L’invito, fatto mesi fa, è stato lanciato dal presidente della Provincia Fugatti, dall’ormai ex sindaca di Tesero, Elena Ceschini, insieme alla Fondazione Stava 1985. Che onore, non è vero?
Ora, si apprende che anche Sergio Mattarella salirà a Stava il 19 luglio per commemorare i 268 morti della tragedia del 1985. Una notizia che si sapeva già, ma facciamoci sorprendere!
La conferma ufficiale? Beh, ancora non c’è. L’agenda pubblica del Quirinale termina al 23 giugno, e da lì in poi è un mistero. Ma, ahimè, si tratta solo di una formalità. E per dimostrarcelo, ecco che arriva una telefonata del commissario del governo: “Sì, il presidente ci sarà”. Insomma, una notizia che crea grande suspense, come un film con un finale scontato.
Dieci anni fa, per il 30° anniversario, Mattarella aveva già imbastito un messaggio per la comunità trentina, affermando che «Stava» è simbolo di un modo gravemente sbagliato di concepire l’attività economica, il profitto, il rapporto con l’ambiente e la valutazione del rischio. Grazie, perché non avevamo già abbastanza da piangere.
A distanza di dieci anni, il presidente tornerà a rendere omaggio, questa volta direttamente nel cimitero di Tesero. Ma non finisce qui! Al mattino, si dirigerà verso il colle di Miravalle, a Rovereto, per commemorare i cento anni della Campana dei Caduti. Un vero tour de force emotivo, che solo un politico può tollerare.
Ma ecco la sorpresa: questa novità costringerà gli organizzatori del quarantennale a rivedere la scaletta della commemorazione, già ben pianificata. Come ogni anno, essa inizierà il 18 luglio, di venerdì. Non è fantastico? A partire dalle 20.30, il parroco don Albino Dell’Eva guiderà una Via Crucis. Andrà dalla località Pesa fino alla Palanca, la chiesetta che, miracolosa come sempre, è sopravvissuta alla colata di fango. Al giorno d’oggi, chi non ha una chiesetta indenne dal disastro?
Alla Palanca, una nozze di preghiera con la memoria dei caduti, e i nomi degli 89 uomini, 120 donne, 31 ragazzi e 28 bambini saranno scanditi ad ogni stazione. Sì, perché non c’è niente di meglio che ricordare un disastro attraverso la ripetizione ossessiva di nomi dimenticati, giusto?
Sabato 19 luglio, l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, celebrerà una messa in suffragio delle vittime a Tesero, nella chiesa di Sant’Eliseo. Ma chi non ama un bel rito vuoto di significato? E non preoccupatevi, perché ci sarà anche una processione, una di quelle che si vedono nei film, fino al cimitero monumentale di San Leonardo. E indovinate un po’? Il tutto sarà accompagnato dalla banda Erminio Deflorian di Tesero. Le lapidi? Saranno benedette, come se avessero bisogno di un tocco divino per ottenere il rispetto che meritano. E come si suol dire, le autorità non possono resistere: deporranno una corona di fiori, perché i fiori sono sempre una buona scusa per interrompere la routine quotidiana.
Alle 15, nel teatro di Tesero, ci sarà la cerimonia civile. E chi è in lista per questa celebrazione? Solo nomi illustri come il giornalista Alberto Faustini e il presidente della fondazione Vajont, Roberto Padrin, pronto a prendere la parola. Non dimentichiamoci di Christine Stufferin, presidente della fondazione Alex Langer, e Graziano Lucchi, presidente della fondazione Stava 1985, che giustamente deve essere presente; quel giorno, ha perso entrambi i genitori e, ovviamente, chi non lo farebbe? Anche se, a dire il vero, non capisco come possa essere parte del programma di quel giorno. Ma passiamo oltre.
Alle 15.30, se non ci saranno imprevisti dell’ultimo minuto, come l’arrivo di Mattarella, ci sarà una lectio magistralis del già noto Stefano Zamagni, presidente dell’accademia delle scienze sociali, che quest’anno ha pensato di tenere un corso su come moralità e comportamento economico possano coesistere. Chi l’avrebbe mai detto? Alle 18, all’incantevole chiesetta della Palanca, i sindaci di Tesero e Longarone deporranno un mazzo di fiori ai piedi di un monumento che, chissà perché, è stato donato a Stava dalle popolazioni “ferite” dal disastro del Vajont. Un gesto così toccante, vero?
Infine, domenica 20 luglio, alle 21, nella chiesa di Sant’Eliseo, la scuola musicale Il Pentagramma di Fiemme e Fassa e la corale Canticum Novum eseguiranno il Requiem di John Rutter. Perché, ovviamente, una bella performance della musica sacra rende tutto più serio e rispettabile, rendendo omaggio a chi ha subito. Ma davvero, un applauso a tutti! Bravi, professionisti della commemorazione.
La Mostra
Dal 4 al 23 luglio, a Palazzo Trentini, in via Manci, a Trento, sede della presidenza del Consiglio provinciale, si terrà una mostra sul disastro, curata dal collettivo Alte Terre Arte. Inaugurazione alle 17.30, ovviamente. Perché se c’è una cosa che amiamo, è ricordare i trapassi in modo artistico.
Il 4 luglio, alle 10, il presidente della fondazione 1985, Graziano Lucchi, terrà una conferenza sulle origini, cause e responsabilità della tragedia; conferenza valida per i corsi di formazione dell’Ordine dei giornalisti, perché dobbiamo assicurarci che nessun aspetto, nemmeno quello formativo, venga trascurato. E per chi avesse perso la prima data, non temete, perché sarà replicata a Palazzo Trentini il 15 luglio. Un vero e proprio ciclo di eventi che non possiamo assolutamente perderci!


