L’ex presidente avrà una messa e una cerimonia nella piazza che porta il suo nome. Che originalità! Ma poi, chi avrebbe mai pensato che un evento così solenne potesse essere organizzato per commemorare qualcuno?
Fondata l’8 maggio 1945, in un periodo di profonda incertezza post-bellica, l’Svp è ancora il punto di riferimento politico per la minoranza di lingua tedesca e ladina della Provincia autonoma di Bolzano. Perché, si sa, nessuno si filava l’Svp prima che qualcuno decidesse di metterci un nome e una data. Certo, la scelta della fondazione non è proprio casuale; l’eco del secondo conflitto mondiale era ancora forte e la comunità sudtirolese si trovava a un bivio cruciale. Naturalmente, l’italianizzazione forzata durante il fascismo ha lasciato cicatrici profonde, ma chi ha bisogno di una storia se hai la capacità di esistere come una voce politica forte e unitaria?
In questo contesto, figure di spicco come Erich Amonn, Hans Gamper, Alois Pupp, e poi Silvius Magnago si sono lanciate in questa impresa. Che coraggio! Hanno creato un movimento popolare con l’obiettivo di garantire autodeterminazione e diritti linguistici e culturali di una minoranza. Le prime battaglie? Una passeggiata nel parco, giusto? Centrate sulla difesa dell’identità sudtirolese e sull’autonomia da Roma, un percorso costellato di tensioni e negoziati. Perché, chiaramente, chi non ama un po’ di conflitto?
Questa collaborazione culminò con l’approvazione del Secondo Statuto di Autonomia nel 1972. Ma non preoccupatevi, non è stata una vittoria facile: ci sono voluti solo decenni di lotte per arrivarci.
Una finestra sull’Alto Adige
Questo storico accordo è considerato una pietra miliare, e va bene, garantisce all’Alto Adige un’ampia sfera di competenze legislative e amministrative. Perché, si sa, nulla dice “convivenza interetnica” come un po’ di burocrazia, giusto? Le celebrazioni per l’80esimo anniversario, previste a settembre, saranno una vera e propria finestra aperta sul futuro dell’Alto Adige. Quando penso al futuro, penso sempre a cerimonie e celebrazioni!
Come ha spiegato il presidente della giunta provinciale altoatesina, Arno Kompatscher: “Alla base dei valori fondanti della Svp c’è la tutela delle minoranze linguistiche…”. Sì, certo, lasciamo che le parole fluttino nell’aria mentre strutture e valori si contraddicono nella vita reale! L’autonomia viene presentata come questo strumento magico di autogoverno e sviluppo. Nonchè la centralità della persona e della famiglia, quasi che fossimo a un seminario di auto-aiuto e non in un dibattito politico serio.
Ma attenzione, l’autonomia non è un traguardo statico; è un processo continuo! Perché chi non ama un po’ di pressione continua? Kompatscher elenca i “successi” ottenuti negli ultimi 80 anni: prosperità economica, alta qualità della vita, e quel famosissimo modello di convivenza interetnica. Che peccato che la realtà sia ben diversa! Ma ecco, non dimentichiamo le nuove sfide: cambiamento climatico, digitalizzazione, dinamiche demografiche. Il mix perfetto di problemi senza soluzioni immediatamente in vista.
Il futuro dell’Autonomia si basa su celebrazioni che non saranno solo un modo per rimembrare il passato, ma anche un’opportunità per brindare a un futuro che, ahimè, sembra più nebuloso di mai. Come se non fosse già abbastanza ironico, Kompatscher dichiara che il suo partito è in balia di una società altoatesina in continuo cambiamento, sempre più multiculturale e interconnessa. Insomma, chi non vorrebbe rappresentare interessi storici mentre cerca di abbracciare nuovi gruppi e sensibilità? Un vero atto di equilibrio acrobatico, non c’è che dire.
Quest’anno ricorrono ben ottant’anni del partito più longevo della storia italiana dal dopoguerra, un traguardo che sembra un mix tra una festa e un funerale. Il tutto si intreccia con i quindici anni dalla scomparsa del padre dell’Autonomia, Silvius Magnago, che non ironizzerebbe su come il suo nome venga usato per celebrare cambiamenti e continue conflittualità. Il 15 maggio, la Fondazione che porta il suo nome, guidata dall’ex consigliera provinciale Martha Stocker, si produrrà in due cerimonie, come se tutte quelle rose dedicate alla moglie Sophia, realizzate dai floricoltori, potessero realmente risolvere le complessità socio-politiche attuali.
La prima cerimonia si svolgerà in piazza Silvius Magnago davanti al Consiglio Provinciale, dove avverrà il battesimo di una rosa – perché quale miglior modo di onorare un politico che con dei fiori? La seconda cerimonia avrà luogo il 25 maggio, giorno della sua morte. Il vescovo Ivo Muser, nella splendida cornice del Duomo di Bolzano, celebrerà una messa per ricordare l’ex Obmann Svp ed ex presidente della giunta dal 1960 al 1989. Ma non finisce qui: la festa continuerà alla Waltherhaus di via Crispi con la proiezione di un film a lui dedicato, per chi desidera rivivere ogni momento emozionante e drammatico della sua vita sicuramente appassionante.