Siamo davvero pronti a fare un passo indietro sui diritti civili e tornare all’epoca oscura degli Usa?

Siamo davvero pronti a fare un passo indietro sui diritti civili e tornare all’epoca oscura degli Usa?

Chi ha tempo non aspetti tempo, soprattutto quando si parla di diritti civili. Questo, in sostanza, è il mantra pronunciato senza mezzi termini da Filomena Gallo, Segretaria del gruppo dell’Associazione Luca Coscioni, durante il XXII congresso a Orvieto. Secondo lei, attendere che i tempi siano “migliori” sarebbe solo un invito a ripiombare nelle batoste già viste, tipo quelle successe negli Stati Uniti, dove i diritti fondamentali sembrano uno scherzo a tempo.

Il congresso ha fatto un check-up di quelli seri sui nuovi obiettivi e le mosse politiche programmate per il 2026. Spoiler: la battaglia per i diritti civili è tutt’altro che finita, anzi. Solo nell’ultimo anno, più di 170.000 persone hanno appoggiato con la firma le richieste di mettere fine alle discriminazioni su temi come il fine vita, l’aborto, gli psichedelici e la procreazione medicalmente assistita (PMA). Nell’arena legale, si contano 39 azioni giudiziarie e addirittura 241 richieste di accesso agli atti. E non stiamo parlando solo di numeri: decine di individui hanno anche scelto la strada delle disobbedienze civili, per ribadire che la libertà di scelta non è negoziabile.

Filomena Gallo non ha alcuna intenzione di cantare vittoria, anzi. Ha ammesso con la punta di sarcasmo che, tra l’ostilità e l’inerzia dei vertici politici e dei partiti ufficiali, il 2025 ha comunque regalato qualche soddisfazione concreta. Ci sono state due leggi regionali, in Toscana e Sardegna, che fissano i tempi certi per erogare prestazioni sul “suicidio assistito” – tema sempre caldo e controverso –, e altre proposte analoghe sono state depositate in tutte le Regioni. La ciliegina sulla torta? Una proposta di legge nazionale in Parlamento che mira a legalizzare finalmente l’eutanasia, perché si sa: se si vogliono davvero i diritti, meglio pretendere che chiederli con le buone maniere.

Il 2025 non si è limitato al dialogo politico: ha visto anche quattro pronunce importanti della Corte Costituzionale. Grazie a procedimenti giudiziari intrapresi insieme alle persone coinvolte, ecco il bilancio delle sentenze appena sfornate:

– due sentenze sul fine vita che spiegano come va interpretato il concetto di trattamento di sostegno vitale (aprendo un varco concreto in un mare di ambiguità);

– una sentenza che ha tolto il divieto costituzionale per l’accesso alla PMA da parte delle donne single, demolendo una barriera ideologica e portando il diritto a restare incinta senza doppia chiave più vicino alla realtà;

– e per finire, una perla: la Corte ha dichiarato incostituzionale l’esclusione delle persone che non possono firmare manualmente dai processi politici, ammettendo la validità della firma certificata per iscriversi alle liste elettorali. Insomma, partecipare alla vita politica del Paese diventa finalmente un diritto senza discriminazioni.

Conclude l’avvocato cassazionista, esperta in Diritto minorile, di famiglia e pubblico, Filomena Gallo, con un’evidenza che non ammette repliche: la strada per l’autodeterminazione e il rispetto della libertà di cura e scelta è ancora lunga e piena di ostacoli. Ma fa piacere notare che qualcuno, tra battaglie giudiziarie e leggi regionali, non si arrende ancora, sfidando l’apatia dei poteri ufficiali e le ragnatele della burocrazia.

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