Sanità piemontese in rosso? L’assessore Riboldi smonta le balle di Cavalli sui tagli al personale

Sanità piemontese in rosso? L’assessore Riboldi smonta le balle di Cavalli sui tagli al personale

L’assessore alla sanità del Piemonte, Federico Riboldi, si diverte a smentire le allarmanti profezie di Sebastiano Cavalli, segretario regionale del sindacato dei medici dirigenti Cimo Piemonte. Pare che, secondo Cavalli, per tappare il famigerato buco di bilancio delle Aziende sanitarie si debba per forza tagliare personale e servizi. Ma Riboldi non è d’accordo, anzi: “Abbiamo appena chiuso un bando per 600 nuove assunzioni”, dice come se con questo bastasse a mettere a tacere ogni spirito critico.

Ovviamente, la solita domanda sorge spontanea: come si pareggia il bilancio regionale allora? Beh, a quanto pare le Aziende sanitarie hanno già rivisto al ribasso i numeri preventivati e, guarda un po’, si spera che il disavanzo sia alla fine «solo» di 400 milioni invece che il doppio. Una vera bazzecola, in pratica.

Ma 400 milioni di disavanzo non sono mica noccioline. Riboldi ci rassicura che il governatore non ha mai fatto mancare la copertura, anche se questo comporterà “rinunce su altre voci di spesa”. E per chi si stesse chiedendo quale voce di spesa venga sacrificata in nome dello “sviluppo della sanità come investimento” e non come semplice “spesa”, beh, questo è un mistero degno di un romanzo giallo.

La vera domanda è come faranno le Aziende a tagliare decine di milioni senza toccare gli investimenti? La risposta è di quelle che fanno subito dimenticare ogni dubbio: dismettendo affitti che fanno perdere decine di milioni, riducendo sprechi e revisionando le spese energetiche e farmaceutiche. Naturalmente, un’opera titanica che dovrebbe essere realizzata in pochi mesi, ma che in realtà è un grande progetto a medio-lungo termine – ma tranquilli, nessun medico o servizio si vedrà ridotto.

Promesse, promesse. Prendiamo nota di questa perla irrinunciabile da ricontrollare più avanti. Ma allora, perché tanta agitazione sindacale? L’assessore parla di necessità di più … ehm, vedremo se poi lo sapremo.

Ah, la tanto decantata “comunicazione fluida”. Che miracolo sentire queste magiche parole nel contesto della sanità piemontese! Naturalmente, il segretario della Cimo non poteva esimersi dal lamentarsi delle brillanti scelte del commissario di Città della Salute. Una per tutte? Il rientro in strutture aziendali di tutta quella fastidiosa “intramoenia allargata”. Guai a non sapere di cosa si parla, vero?

Ecco la chicca: secondo il nostro zelante segretario, questa misura, che – sorpresa! – conviene sia all’azienda che ai medici, avrebbe necessitato di una spiegazione meglio confezionata per essere “compresa appieno”. Intanto, ammette di non poter attaccare nulla alle decisioni di Thomas Schael, tranne forse il divieto di fumo e la morte annunciata dei camici da lavoro fuori dal reparto. Magnifico!

Di “super Asl”, speranza di riforma durante il “meeting grandi ospedali”, però il buon Schael non la vede né di buon occhio né come panacea. Pare che da qualche parte nel passato – chissà dove, forse di qualche capitolo di un manuale di burocrazia – si sia capito che le aziende enormi rallentano ogni cosa, procedure incluse. Almeno qualcuno ha letto le istruzioni d’uso della sanità italiana.

Accorpamenti e tentazioni incompiute

Parliamo di accorpamenti. Riboldi sul tavolo ha il matrimonio forzato tra gli ospedali Sant’Anna e Regina Margherita. Sì, no, forse. L’arte dell’incertezza! Le “interlocuzioni” sono in fase di conclusione ma, udite udite, per il momento l’ideale è mantenere la candidatura univoca dei due come unico Istituto di ricerca a carattere scientifico. Insomma, facciamo finta e vediamo che succede.

Ah, ma che dobbiamo staccare dal temuto “Parco della Salute”? Riboldi ci tiene a ribadire che le trattative sono tutt’altro che chiuse. Egli vive di opzioni e possibilità, come un giocatore di poker che vede le carte, ma non punta mai tutto.

La torre materno-infantile: un sogno a buon mercato

Ma non è finita! Continua a galleggiare nel mare delle intenzioni anche la “torre materno-infantile” accanto al Parco della Salute. Lavori in corso, dicono, con un tavolo plenario che include nemmeno a dirlo Università, Politecnico e Comune. Senza l’ospedale pediatrico attiguo, par di capire, il progetto sarebbe incompleto. Una frase che spiega tutto e niente, definitiva come un documento in bollo.

E i soldi? Ah, questa gag comica. Nessun problema, a dire di Riboldi, a cavarsela ci penserà l’INAIL. Quell’istituzione così generosa e senza rilevanti problemi di budget. Fortunatamente l’agenda del nostro amico è fitta di appuntamenti con interlocutori giusti. Staremo a vedere se i soldi magicamente appariranno o se resteremo tutti a giocare col solito “appuntamento in vista”.

Il piano sociosanitario: favola di primavera

Infine, tra impegni istituzionali e politici e quella famigerata “condivisione” del nuovo piano sociosanitario, le parole scivolano sul sarcastico: “ci scherza su, ma siamo al buono”. Certo, il lavoro di condivisione è stato tanto, forse troppo, dato che ora si è arrivati a una “bozza definitiva” di piano. Che poi dovrà affrontare l’ultima passerella di condivisione, sperando che qualcuno si ricordi di approvarlo in aula.

Riboldi, ci regali una data? “Prima della pausa estiva”. Ah, che nostalgia della puntualità e certezza nei tempi della pubblica amministrazione!

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