San Giovanni: Stellantis e la debolezza di festeggiare un’auto serba in piazza

San Giovanni: Stellantis e la debolezza di festeggiare un’auto serba in piazza

Dalla tradizionale festa di San Giovanni, patrono di Torino, a quella «di San John (Elkann)». Ma chi se lo sarebbe mai immaginato? Andrea Russi, capogruppo M5S a Palazzo Civico, evidentemente non ha apprezzato affatto l’idea di trasformare un evento sacro in una passerella per la grande scienza dell’industria automobilistica, con Stellantis che trasforma la serata in un lancio pubblicitario della Grande Panda. Chiaro come il sole: cosa c’è di meglio che ‘vendersi’ al diavolo per un modello prodotto in Serbia?

«È l’appuntamento più sentito dai torinesi, più del Capodanno», tuona Russi, con una passione che potrebbe far invidia ai più ferventi dei credenti. «A San Giovanni, oltre al rito religioso e il Farò, il Comune consegna le benemerenze». Quindi sì, il palcoscenico simbolo della torinesità è stato messo in vendita al miglior offerente. Stefano Lo Russo, sindaco a dir poco innovativo nella sua ricerca di sponsor, ha decisamente scelto la strada più breve per arrivare in cima all’Olimpo del marketing. Vendere San Giovanni per un piatto di lenticchie? Siamo all’apoteosi della modernità!»

Ma non è tutto. Russi svela la sua spada affilata contro il concerto con artisti internazionali in piazza Vittorio: «Il concerto è sempre qualcosa di molto positivo». Eppure, ecco la sorpresa! I lavoratori si aspettano qualcosa di più sostanzioso dall’azienda piuttosto che un assaggio musicale. «Si parla dell’addio di Maserati, di nuovi modelli prodotti all’estero». Ma, naturalmente, anche la promessa della 500 elettrica a Mirafiori non basta! E mentre Torino si autoproclama capitale della cassa integrazione, si sta festeggiando un evento che potrebbe semplicemente nascondere il declino industriale dietro a un bel faccione sorridente.

Ma non tirate subito le conclusioni: «Evitiamo il fraintendimento», dice Russi, apparentemente ben consapevole che non basta un concerto per risolvere i problemi persino nella sua città. «Vedo un’operazione di panem et circenses applicata al declino industriale». Grande intuizione, non c’è che dire. E per il lunedì successivo, su proposta del PD, tutti i capigruppo della Sala Rossa hanno firmato un ordine del giorno per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, come se la musica potesse riempire le pance vuote. «Parlando con i lavoratori, loro chiedono altro. Non la musica». Insomma, chi ha tempo di ballare quando c’è da mangiare?

Ma cosa farebbe se fosse il sindaco? Russi si fa pensieroso: «Con il bando delle sponsorizzazioni aperto, dire di no a questa opportunità non è facile». Oh quanto è difficile fare una scelta! Eppure, l’interrogativo rimane: «Questa decisione su San Giovanni arriva, però, dopo il selfie di Lo Russo, Cirio e Tavares. Sorrisi che nascondevano ben altro». E qui ci si aspettava un colpo di scena, ma ancora una volta Russi fa notare la “strategia debole” delle istituzioni. Povera Torino, ridotta a cartoline pubblicitarie, con San Giovanni che rischia di diventare, per l’ennesima volta, un simbolo di debolezza e accondiscendenza. Come si suol dire, la musica continua a suonare mentre il pianeta scivola nel baratro!

Che domande brillanti emergono in situazioni così nette! Immaginatevi nei panni di Lo Russo: sarebbe un problema farsi immortalare in compagnia della Grande Panda, un veicolo che, giusto per chiarire, viene prodotto in Serbia. Parliamo di un sindaco che si è lanciato in un accordo segreto con Stellantis con un ottimismo che, a questo punto, sembra piuttosto una pessima scelta. Certo, un evento a San Giovanni può sembrare una grande idea, ma se proviene da chi, durante questa crisi oscura, non ha dato segnali incoraggianti, beh… non sorprende che sia lo stesso Lo Russo a vedere un potenziale effetto boomerang.

La domanda cruciale è: si rischia di svendere l’anima pur di avere una sponsorizzazione? Eppure, anche il M5S ha ha inserito il proprio marchio sul San Giovanni, con il contributo delle aziende. Oh, abbastanza ironico, vero? Gaudenti! «Io sono laico in questo,» afferma qualcuno che sembra avere tutto l’interesse a sembrare equidistante. E in effetti, quando hanno messo in piedi lo show di droni, l’intento era di dare una rinnovata anima a Torino. Certo, perché il futuro della città si basa su eventi che brillano nel cielo per una notte. E non dimentichiamo il riconoscimento di Capitale europea dell’Innovazione, che di certo risolve ogni problema economico! Ma con quell’evento di Stellantis, la vera ripartenza è ancora da vedere.

Cosa si intravede, quindi? «Un re-washing!» esclama con fervore. Stellantis si sta semplicemente lavando la faccia in questa faccenda. Un’operazione di facciata, come un grande flagello di marketing utilizzando la piazza più prestigiosa di Torino come palcoscenico. E hanno il coraggio di chiamarla sponsorizzazione, ma vogliamo ben altro! Perché, facciamoci un bel favore, la 500 bev non salverà certo il destino di Mirafiori.

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