Salvini si improvvisa poliziotto: tangenziale bloccata? Ecco il reato da bestemmiare in aula

Salvini si improvvisa poliziotto: tangenziale bloccata? Ecco il reato da bestemmiare in aula

Il ministro non poteva certo sottrarsi all’occasione di impartire una lezione di diritto e civiltà parlando dell’epico episodio bolognese, ovvero una manifestazione di metalmeccanici che ha osato bloccare strade e ferrovie. Perché, si sa, il diritto allo sciopero e alla manifestazione è sacro… ma sembra che bloccare qualcuno di troppo al lavoro sia un peccato capitale. Eccolo dunque il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini, con la sua definizione spietatamente semplice di reato:

«Il diritto allo sciopero e alla manifestazione è sacrosanto, ma quando tu blocchi e impedisci di andare al lavoro, in fabbrica, in negozio, a scuola, in ospedale, a migliaia di lavoratrici e lavoratori, tu fai un torto ad altri lavoratori. Quindi ognuno può scioperare, manifestare, presidiare, fare cortei ma se mi blocchi la tangenziale, mi blocchi una ferrovia, mi blocchi una strada, mi blocchi un ospedale, una fabbrica, commetti un reato. Mi sembra molto semplice».

Tradotto: vuoi protestare? Benissimo, a patto che non disturbi davvero nessuno. Ah, e che non blocchi nulla perché altrimenti rischi sei mesi-due anni di galera. Vale anche per i metalmeccanici di Bologna, vittime innocenti di questa visione legalista da cortile.

Il segretario della CGIL Maurizio Landini ha subito alzato la voce, giustamente, puntando il dito sull’assurdità del decreto sicurezza che vorrebbe trasformare gli scioperi in un rischio penale per chi, guarda caso, paga le tasse e chiede solo di essere ascoltato.

Per ora però, tra un tweet e l’altro, nessuna denuncia né provvedimento ufficiale è scattato contro gli scioperanti bolognesi. Sarà per la prossima volta, chissà.

Ma intanto il festival dell’ironia istituzionale continua, perché dal palco politico non si fermano le genialate in tema di scioperi.

L’idea brillante del sottosegretario Durigon

A far discutere c’è anche la proposta di Claudio Durigon, sottosegretario al lavoro, che ha avanzato la brillante idea di vietare gli scioperi nel settore trasporti durante i weekend estivi, giusto per non rovinare le ferie degli italiani in vacanza. Perché, si sa, il diritto alla mobilità in vacanza è sacrosanto, molto più del diritto di chi lavora (o prova a protestare).

In pratica, mentre il popolo si gode il suo meritato relax, i lavoratori dovrebbero zittirsi e accontentarsi. Morale della favola: scioperare sì, ma solo quando non disturbi gli affari del business turistico. Semplice ed elegante, no?

Non c’è bisogno di scomodare teorie complicate: il mantra è chiaro e netto. Tutti hanno diritto a protestare… finché non creano un lieve fastidio a qualcuno di più importante.