Matteo Salvini si trova davanti all’ambasciata dell’Oman in via della Camilluccia a Roma mentre i media si divertono a scrutare ogni suo movimento durante i negoziati sul nucleare tra Stati Uniti e Iran. Veste un polo a maniche corte del Battaglione San Marco, dei bermuda e tiene in mano delle buste della spesa, il tutto mentre rilascia commenti sprezzanti sul suo outfit. “Non sono in tenuta da ministro. Passo per caso, ragazzi… Andavo a fare la spesa,” si è divertito a dire, come se il suo abbigliamento informale avesse un qualche impatto sulle trattative nucleari che stanno avvenendo a pochi passi da lui.
In un contesto già di per sé surreale, gli viene chiesto chiaramente il suo parere sul nucleare, e lui non si fa pregare. “Mi auguro che vada tutto bene e che il nucleare venga utilizzato per riscaldare scuole, ospedali, e case, non ad armare nessuno,” afferma, con tono che sfida chiunque a contraddirlo. Naturalmente, è proprio il suo modo di ragionare a lasciare tutti piuttosto confusi: da un lato, spera in un uso pacifico della tecnologia nucleare, dall’altro, si ferma a chiacchierare davanti a un’ambasciata con le buste della spesa in mano, mentre apparentemente ignora quanto possa risultare grottesco il contrasto tra le sue parole e il contesto in cui si trova.
