Questa mattina al Quarticciolo di Roma è stata inaugurata la cosiddetta “Panchina della Legalità”, un nome altisonante per una semplice panchina che, a quanto pare, dovrebbe trasformare un quartiere bollato come ‘difficile’ in un paradiso urbano. Giustamente, qualche studente della scuola Sesami ha partecipato all’evento, come se bastasse mettere qualche bambino intorno a una panchina per debellare degrado e spaccio.
Riccardo Francisci, del gruppo Semi di Luce e presidente dell’associazione di Protezione Civile Does, promotore dell’iniziativa, ha orgogliosamente dichiarato di aver mantenuto la “promessa”. Da quello che possiamo capire, la promessa sarebbe quella di piantare un “seme di legalità” su un territorio che, almeno fino a ieri, sembrava destinato all’abbandono e al malaffare.
Francisci ha spiegato che questa panchina “non è solo legno e metallo” — certo, non è un’opera d’arte ma una vera “profezia” di futuri progetti, impegno e speranza. Insomma, una semplice panchina che si autoproclama simbolo di riscossa contro la criminalità locale. Qualcuno ha già prenotato i fiori e i premi Nobel per la Pace?
Secondo il presidente, questa panchina rappresenta la volontà di riprendersi uno spazio sinora usato come “piazza di spaccio”. Da non sottovalutare, poi, la minaccia implicita che la panchina verrà difesa “con ogni mezzo” da eventuali atti vandalici. Perché evidentemente è più facile proteggere una panchina che risolvere i problemi di fondo.
Infine, un ringraziamento speciale va alle forze dell’ordine, la cui presenza e sostegno vengono sottolineati come un pilastro della comunità, anche se alla fine sembra più un calcio d’inizio per una partita ancora tutta da giocare. Ovviamente, tutto ora dipenderà dal fatto che la panchina sopravviva più di una settimana tra le meraviglie di un quartiere “difficile”.



