Un eloquente striscione campeggia tra la folla di Roma: 7 ottobre giornata della Resistenza palestinese. Perché, ovviamente, cosa c’è di meglio che dedicare una giornata intera a celebrare la resistenza in una città che sembra ormai conoscere più cortei che traffico?
Migliaia di persone si accalcano in piazza, come se partecipare a un’altra manifestazione fosse la loro nuova routine preferita. Un flusso costante di partecipanti continua ad arrivare, alimentando la speranza che questa volta sia la massa che farà la differenza. O almeno, il numero giusto per farsi notare.
Ovviamente, il corteo non è solo un raduno festoso ma un chiaro tributo di sostegno alla cosiddetta Flotilla e alla popolazione di Gaza. Perché se non si manifesta a Roma, dove altro potremmo addossarci la responsabilità di problemi che risiedono a migliaia di chilometri?
Fra slogan, striscioni e una solarità incredibile, chi scende in piazza crede di tessere la tela di un cambiamento che sembra invece più simile a un eterno rebus senza soluzione. Ma in fondo, un corteo in più non ha mai fatto male a nessuno, vero?



