Rimborsi fiscali in arrivo: chi avrà la fortuna di subirne il controllo?

Rimborsi fiscali in arrivo: chi avrà la fortuna di subirne il controllo?

Dal 30 aprile, sul sito dell’Agenzia delle entrate, è finalmente disponibile la dichiarazione dei redditi precompilata. E, come sempre, ci si diverte tra i blocchi del portale. Chi ha osato controllare i dati e si è avventurato nell’invio (o sta per farlo) si chiede quando arriverà il tanto atteso rimborso Irpef, che certo non è un miraggio, ma il risultato di oneri deducibili o detraibili. L’Agenzia, con la sua innata chiarezza, ci delizia spiegando che chi presenta la dichiarazione con il modello 730 “ottiene il rimborso direttamente nella busta paga o nella rata di pensione, a partire dal mese di luglio”. Ah, i pensionati? Devono prendere un biglietto e attendere in fila fino ad agosto o settembre. Le stesse tempistiche, ovviamente, si applicano nel caso di trattenute di somme dovute. Delizioso, vero?

Se si presenta il 730 precompilato direttamente sul sito dell’Agenzia o tramite sostituto d’imposta senza cambiamenti, si può star tranquilli, perché i controlli documentali su detrazioni e deduzioni non si faranno. Se, però, si decide di intervenire e modificare il reddito o l’imposta, ecco che i controlli potrebbero piombare come un temporale estivo. Presentare il precompilato tramite CAF o professionista? Stessa musica, ma attenzione: i controlli toccheranno a loro. Unica eccezione: le spese sanitarie. Un bel modo di dire, “il controllo formale” viene realizzato solo sui documenti di spesa che non compaiono nella precompilata. Un po’ restrittivo, ma perché non rendere le cose più complicate?

La dichiarazione precompilata è accettata senza rischio di controlli, anche se il contribuente decide di apportare modifiche che non intaccano il calcolo del reddito totale o dell’imposta. Ad esempio, se si cambia la residenza anagrafica senza stravolgere il comune di domicilio fiscale, o si modificano i dati del soggetto che effettua il conguaglio, o si aggiunge il codice fiscale del coniuge non fiscalmente a carico. Tutto molto semplice, non è vero?

In ogni caso, l’Agenzia delle entrate si riserva il diritto di richiedere al contribuente la documentazione necessaria per accertare le condizioni per beneficiare di alcune agevolazioni. Ad esempio, potrebbe intervenire per verificare se una casa sia effettivamente destinata a abitazione principale, ma solo entro un anno dall’acquisto, nel caso si desideri detrarre gli interessi passivi sul mutuo. Perché, lasciamo che queste piccole complicazioni rendano il gioco ancora più affascinante.

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