Continua a far discutere, anche dopo l’approvazione in consiglio provinciale, la «Riforma Abitare 2025». Questo pacchetto di riforme è presentato come una «revisione completa di tutti i settori dell’edilizia abitativa», per il piacere di chi ama le frasi altisonanti. Lo scopo dichiarato? «Creare spazi abitativi a prezzi accessibili per la popolazione locale e allentare la pressione sul mercato immobiliare». Insomma, un obiettivo nobile, giusto per tenere a bada i critici. Questo è quanto ha asserito il presidente della Provincia Arno Kompatscher dopo l’approvazione della legge venerdì sera, con 20 voti favorevoli, 4 contrari e 9 astenuti. Proprio come se fosse un’agenzia pubblicitaria piuttosto che un ente governativo.
Le critiche non tardano ad arrivare. Certo, solo il tempo potrà dirci se questa legge risolverà o meno i problemi, ma già si sono levate voci di scetticismo. I membri del Team K, che hanno avuto l’ardire di votare contro, non sembrano molto convinti. «La legge non sarà purtroppo risolutiva della crisi abitativa in Alto Adige», afferma il consigliere provinciale Paul Köllensperger. «Il problema principale è l’offerta insufficiente, soprattutto a Bolzano. Serve un piano di edilizia pubblica su larga scala». Ah, la questione dell’offerta, quella che tutti sembrano aver dimenticato, tranne ovviamente chi tiene i piedi per terra.
Köllensperger prova a mettere in evidenza l’assurdità di una situazione già grottesca: «Di leggi ne abbiamo tante, quello che manca sono gli alloggi. Solo aumentando l’offerta potremo arrivare a un calo dei prezzi». Che idea sensata, giusto? Ma l’assurdo non finisce qui; la legge introduce l’obbligo di convenzionamento al 100% per le nuove costruzioni, ma Köllensperger ci avverte che questo potrebbe trasformarsi in un boomerang. «Se costruire diventa meno lucrativo, ci saranno nuove cubature in meno, aggravando la scarsità di alloggi». Ma certo, perché rendere la vita più difficile ai costruttori è sicuramente il modo migliore per risolvere un problema abitativo, giusto?
Inoltre, egli aggiunge che il modello delle abitazioni a prezzo calmierato, freschissimo di nascita, viene di fatto abolito. Senza margini di guadagno, il rischio è davvero quello di costruire ancora meno. Ma chi ha bisogno di una logica coerente quando si possono annunciare riforme rivoluzionarie? I cittadini possono sempre sperare di trovare un appartamento a un prezzo umano, mentre le autorità si abbandonano a un gioco di parole e di buone intenzioni. Un classico!
I sostenitori di questo grande trionfo, o come preferirebbero chiamarlo, “successo”, sono proprio quelli che ci spaventano di più: Roland Stauder, Obmann dei Freiheitlichen, il partito capitanato dall’assessora all’edilizia abitativa Ulli Mair. La riforma è stata utilizzata come un banchetto da cui rifocillarsi, dando vita a una celebrazione politica di pura fantasia. Secondo Stauder, «Questa legge è caratterizzata da senso di responsabilità ed equilibrio sociale». Giusto, perché chi non applaudirebbe davanti a un capolavoro di equilibrismo legislativo?
Ma, oh sorpresa, sul fronte sindacale le cose si fanno più complesse. La segretaria della Cgil, Cristina Masera, offre una valutazione a dir poco ambivalente: «Abbiamo sempre sostenuto la necessità di impedire la costruzione di nuovi alloggi per i turisti, privilegiando i residenti», dice. Ma, a quanto pare, non è proprio tutto rose e fiori. C’è chi sostiene che si potesse fare di più, se non si fosse rimasti bloccati in una palude di buone intenzioni. Nonostante il «senso di responsabilità», ci si augura che la legge riesca almeno a frenare la speculazione, anche se questo appare molto simile a un miraggio nel deserto.
Anche la Cisl ha da dire la sua, come se ci fossimo dimenticati della sua esistenza. Dame e cavalieri dei sindacati, le luci e le ombre si sprecano: Donatella Califano sottolinea che «la legge contiene sia elementi positivi, nati anche da nostre richieste, che negativi». Ah, la bellezza di una legge che si presenta come una “riforma” mentre in realtà somiglia più a un guazzabuglio. Quali obiettivi? Dove? Quando? Si avrebbe bisogno di un libro di istruzioni per orientarsi in questo caos. Ma non sia mai! D’altronde, chi ha tempo per queste sciocchezze?
Passando al mondo professionale, l’Ordine degli architetti altoatesini è in preda a un attacco di panico per una proposta di modifica alla legge «Territorio e Paesaggio». Quella modifica, a quanto pare, equivarrebbe all’abolizione dei concorsi di progettazione. Ma chi ha bisogno della qualità nello spazio pubblico e di progetti ben pensati? La creatività va bene, ma solo se possiamo fare a meno delle procedure formali, giusto?
In sintesi, sembra che questa legge, con il suo mix di buone intenzioni e mancanze drammatiche, non risolverà il problema degli affitti: la segretaria della Cisl è convinta che non ci sarà un abbassamento dei costi, nemmeno se lo si desiderasse con tutte le forze. Ma, oh, che gioia! Si spera solo di fermare il perpetuo salire dei prezzi, mentre l’assenza di misure concrete per arrivare a «affitti abbordabili» continua a persistere come un sogno irrealizzabile.


