Riforma abitativa in crisi: le opposizioni si contrappongono, mentre gli alloggi a prezzi calmierati minacciano di ritorcersi contro di noi

Riforma abitativa in crisi: le opposizioni si contrappongono, mentre gli alloggi a prezzi calmierati minacciano di ritorcersi contro di noi

La «riforma abitare» fa il suo ingresso trionfale nell’aula del consiglio provinciale, come il messia di una speranza ormai svanita. Le opposizioni sono convinte che il nuovo disegno di legge sia destinato a perdersi in un mare di obiettivi fittizi, tutti pensati dalla maggioranza, che si illude di risolvere l’eterna questione della casa in Alto Adige. Nel frattempo, il convenzionamento degli alloggi si erge come un monumento all’incoerenza: i nuovi edifici dovrebbero essere riservati a chi risiede in Alto Adige da almeno cinque anni o possiede un contratto di lavoro. Una gloriosa illusione, oserei dire.

I Verdi affermano che non funzionerà a causa delle troppe deroghe già previste, mentre Team K e Pd avanzano una preoccupazione più profonda: l’«effetto boomerang». Insomma, chi decide di costruire potrebbe decidere di non farlo più, lasciando i pochi fortunati a scoprire il prezzo degli immobili lievitare come il pane in forno.

Dopo questo festival di aspettative, le opposizioni si scagliano contro il nuovo disegno di legge: il vincolo sociale per gli alloggi si estende da 20 a 30 anni, mentre la quota di appartamenti destinati al mercato libero nei complessi di nuova costruzione aumenta al 16%. Una mossa astuta per rispondere alle proteste del Collegio Costruttori, che evidentemente ha l’arte della persuasione a livelli stratosferici, sostenendo che solo così si possono abbassare i prezzi. Già, perché il mercato si regola da solo, fondamentalmente, come un adolescente in cerca di indipendenza, giusto?

Le opposizioni, nell’ennesimo sforzo di razionalità, partono da un’idea condivisa: nemmeno nei 25 comuni la cui emergenza abitativa rende ridicolo il concetto stesso di convenzionamento al 100%, si è visto un miglioramento. Ma, naturalmente, ognuno ha la sua personale tesi. I Verdi additano la causa nella lunghissima lista di deroghe concesse, che come un colabrodo fanno perdere di vista i nuovi vincoli, dato che non si applicano alle aree già designate nei piani urbanistici prima della riforma. Sembra quasi che i legislatori vogliano costruire una casa di carte e lamentarsi se poi il vento soffia forte.

In effetti, a sentir dire a Madeleine Rohrer, «gli investitori e le imprese avevano tempo più che sufficiente per portare avanti le loro pressioni per iniziare i progetti». E non è un paradosso che si scommetta su edifici nuovi per recuperare ciò che sembra smarrito? Senza contare i tanti alloggi che, a breve, perderanno il loro appeal come un invito a cena da un ex. Neanche il tempo di realizzare il dramma che ogni riforma si contraddice da sola!

È davvero sorprendente come in un mondo dove i costi vivendo aumentano a dismisura, si discuta di un vincolo ventennale con numeri che fanno venire il capogiro: «30 a Nova Ponente, 330 a Lana nei prossimi tre anni, 40 a Calaro, 121 a Bressanone e 89 a Varna». E che dire del fatto che i prezzi saliranno alle stelle, rendendo queste meraviglie immobiliari accessibili solo a chi ha le tasche ben piene o a chi sogna una seconda casa, perché chiaramente il sogno di avere un posto dove vivere è solo per pochi eletti.

Ma aspettate un attimo! Paul Köllensperger del Team K ha sollevato un punto cruciale: «Qualcuno crede veramente che l’obbligo di convenzionamento faccia spuntare alloggi a basso costo?». Esatto, perché evidentemente non tutti sanno che le leggi, come gli spaghetti al pomodoro, non si preparano semplicemente imponendo ingredienti estranei al mercato. È tutto un grande mistero per cui, fino ad ora, non sono mai emersi alloggi a buon prezzo da un cappello magico.

Per Köllensperger, la vera soluzione è un programma di edilizia pubblica su larga scala, con affitti che dovrebbero «corrispondere a un terzo del reddito familiare netto». Già, perché un terzo del reddito è un importo che tutti possono tranquillamente permettersi, no? E chi se ne frega se ogni anno «scompare un paese come Nalles»? Chi ha bisogno di giovani e personale specializzato per far funzionare aziende quando si possono architettare leggi che inibiscono il mercato della casa?

A questo proposito, Sandro Repetto del Partito Democratico ha definito il convenzionamento al 100% «pericoloso». E ha ragione! A Bolzano, guardate un po’, «il problema vero è che non si costruisce più». È davvero incredibile come nel settore dell’edilizia si parli di doversi alleare tra pubblico e privato, una tattica che ha funzionato magnificamente nel settore della sanità, come se la salute e la casa fossero sullo stesso piano!

Il futuro sembra radioso per chi ama le contraddizioni in un ambiente di mercato immobiliare che si ritrova a dover «studiare» le soluzioni, mentre il vero problema rimane irrisolto: chi pensava che le leggi potessero magicamente risolvere questioni strutturali, è chiaramente in cerca di lavoro nella magia moderna. E chi siamo noi per dir loro di non sognare?

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!