Riccione smantella la cittadinanza onoraria a Mussolini: una mossa per ritrovare la dignità democratica?

Riccione smantella la cittadinanza onoraria a Mussolini: una mossa per ritrovare la dignità democratica?

Era il 1923 quando il Comune di Riccione decise di conferire la cittadinanza onoraria a un certo Benito Mussolini. Sì, lui, il dittatore che ha reso celebri i vent’anni più bui della nostra storia. Ma chi non lo vorrebbe come cittadino onorario? Dopo tutto, era appena passato un anno dalla fondazione del Comune, ex frazione di Rimini, e cosa c’è di meglio per dare il benvenuto a un’amministrazione nuova se non abbracciare un regime autoritario? Ma non solo a Mussolini, toccava anche a Aldo Oviglio, il primo ministro della Giustizia del Duce, la qual cosa rende tutto ancora più interessante. E ora, a distanza di 103 anni, il Consiglio comunale ha pensato bene di revocare queste onorificenze.

Con dodici voti a favore e cinque contrari, il verdetto è stato emesso. E chi sono questi cinque? Sorpresa: i rappresentanti di minoranza, dagli Fratelli d’Italia a Forza Italia, passando per le varie liste civiche che avevano sponsorizzato il candidato di centrodestra, Stefano Caldari. Ah, ma non finisce qui! Ci sono stati anche tre astensioni, di cui due provenienti da una lista civica, “Lista per Daniela”, apparentemente di centrosinistra ma che ha sostenuto una candidata del Partito Democratico, l’attuale sindaca Daniela Angelini. Che confusione!

Il Comune, nella sua infinita saggezza, ha spiegato che le onorificenze concesse non erano più in linea con i “principi sanciti dalla Costituzione italiana” e con i “valori espressi dallo Statuto comunale di Riccione.” Ma chi l’avrebbe mai pensato? Un gesto ‘eroico’ per riaffermare i valori democratici, come se la situazione non fosse già abbastanza grottesca.

Pochissime settimane fa, comunque, un’altra delibera ha suscitato clamore anche a livello nazionale, sempre in un Comune romagnolo. Ma non preoccupatevi, tutto fa parte di una narrazione che sembra sempre più simile a un reality show piuttosto che a una vera governance. Chissà cosa riserva il futuro per Riccione e i suoi illustri cittadini onorari.

È incredibile come a San Clemente, a pochi passi da Riccione, si riesca ancora a discutere delle disavventure di Benito Mussolini. Da un lato, si decide di ritirargli la cittadinanza onoraria, dall’altro, si allestisce un bel banquetto per conferire la stessa onorificenza a Giacomo Matteotti, il primo dei poveri martiri delle famose «purghe» fasciste. Davvero un bel modo di affrontare il passato, non credi? Del resto, è impossibile non parlare di Mussolini in Romagna, visto che le sue spoglie giacciono a Predappio, il suo comune natale, a poca distanza da dove passava le vacanze. Naturalmente, chi non sa che il duce amava il mare romagnolo deve essere un alieno.

Tra il 1934 e il 1943, Mussolini si divertiva a passare le sue estati in una villa che ora sfida il tempo a pochi passi da viale Ceccarini e piazzale Roma. Ah, l’ex Villa Margherita, costruita nel 1890 e ribattezzata Villa Mussolini nel ’34! Dopo la guerra, ci sono stati anni di totale incertezza sulle sorti di questo immobile, finché la Fondazione della Cassa di Risparmio di Rimini non ha deciso di acquistarlo e di cederlo nel 2005 al Comune in comodato d’uso per eventi culturali. Ebbene, ad oggi questa villa è un palcoscenico per mostre che si dicono fra le più interessanti della regione. Ma attenzione, il nome è rimasto intoccato: la ‘damnatio memoriae’ si è fermata sull’uscio.

Le discussioni sul nome non mancano mai, come un brutto calo di capelli a metà della vita. E come se non bastasse, a cento metri c’è anche casa Matatia, dove viveva una famiglia ebrea i cui membri furono deportati grazie alla non eccelsa opera di Mussolini. Un paio di tempi fa, alcuni artisti sono stati così scandalizzati dalla questione del nome che hanno rifiutato di esporre le loro opere lì, per protesta. E chi risponde? Se non la geniale Edda Negri Mussolini, nipote del dittatore e ex sindaca di un comune vicino. «La storia non si cancella – ha detto – di cosa hanno paura questi artisti? Mi sembra che questo atteggiamento derivi da una profonda ignoranza». Ecco, nel 2023 abbiamo una nipote del duce che fa sentire la sua voce e, a quanto pare, il suo messaggio risuona ancora forte, come un eco in un canyon, sia a destra che a sinistra.

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