Richiamando il celebre detto “Per battermi ci sarò sempre”, l’ex governatore della Puglia, Nichi Vendola, non esita a rispondere alle domande sulla sua potenziale candidatura alle prossime elezioni regionali, con un tono che sembra promettere battaglia, ma anche una buona dose di retorica. Certo, il messaggio è chiaro: il centrosinistra non si deve accontentare di una “campagna elettorale” che sfiora la disillusione, né tantomeno ignorare il crescente pericolo di una destra che, secondo Vendola, è “negazionista” nei confronti del cambiamento climatico.
Sfida o semplice dialogo?
Con concentrazione, Vendola richiama il centrosinistra a un atteggiamento esigente. Ma ci si domanda: è davvero necessario promuovere un’idea di battaglia quando il rischio sembri più che altro un “arcano di carta”? La sua affermazione che la protezione del territorio non deve essere vista solo come retorica o una “cartolina illustrata” suona più come un’esigenza di unione, che come una concreta strategia. E chi non si è mai sentito affascinato da questa idea di un futuro bio-sostenibile? Eppure, le sue parole restano, al momento, più un manifesto di buone intenzioni che un piano tangibile.
Parole e fatti: una dicotomia insopportabile
Vendola suggerisce di combattere “contro una destra” che sembrerebbe avere come unico scopo quello di svendere il nostro futuro ambientale per qualche voto in più. Ma la domanda cruciale è: cosa accade quando queste comunicazioni ideali si confrontano con l’assenza di misure concrete? Il fatto che l’anti-scienza sia “portata al governo del mondo” è un’affermazione forte, che però rischia di svanire nel nulla delle chiacchiere politiche se non seguita da azioni ben delineate.
Un futuro che appare nebbioso
Da una parte abbiamo l’eloquente discorso di Vendola, dall’altra una realtà governativa che continua a trattare il tema ambientale con indiscrezione e superficialità. Non basta proclamare una battaglia per il clima se non si tiene conto delle polveri sottili che continuano a gravare sulle nostre città e degli abusi edilizi che non accennano a fermarsi. La riflessione è: siamo tutti pronti a “combattere” mentre continua la corsa verso il picco di emissioni?
Possibili soluzioni: il paradosso della retorica
Allora, quali potrebbero essere le vere soluzioni? Forse un impegno tangibile nel promuovere fonti di energia rinnovabile a livello locale, una concertazione con esperti veri, e non solo con apparizioni bambinesche in televisione. Magari la creazione di un piano a lungo termine per l’insegnamento di una coscienza ecologica nelle scuole, così da educare la nuova generazione a un futuro migliore — e chissà, a un amministratore che non si limiti a proferire parole altisonanti mentre il pianeta scricchiola sotto il peso di scelte miopi. Come sempre, il divario tra teoria e azione è abissale, ma, eh, ci si può sempre sperare, giusto?