“Per quanto mi riguarda, se vogliono riportare la Campania nella palude in cui era prima che iniziassimo il nostro lavoro, possono anche uccidermi. Sinceramente, non ne ho voglia.” Questa è l’illuminante affermazione del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, durante un evento a Città della Scienza, in occasione del giuramento di Ippocrate, organizzato dall’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Napoli. Non un po’ drammatico, eh?
De Luca insiste sul fatto che “siamo impegnati, in queste settimane e nei prossimi mesi, per garantire che tutto ciò che abbiamo realizzato nella nostra sanità non venga gettato al vento.” Ah, l’entusiasmo e la dedizione! Perché limitarsi a dire “alcuni stanno pensando a ruoli e candidature” quando puoi evocare un drammatico riscatto della dignità e dell’organizzazione? Chiaramente, Napoli e la Campania sono una sorta di paradiso intoccabile, non è così?
“In questo momento,” continua De Luca con la solennità di un faro in tempesta, “c’è gente che pensa di spartirsi le candidature a Roma, senza nemmeno sapere di cosa stanno parlando.” Un momento, ma chi penserebbe mai che sia possibile discutere di politica in modo razionale? “Non siamo in vendita”, prosegue, come se stesse vendendo limoni e non una regione. Ma va bene, lasciamo vagare la fantasia.
“Abbiamo investito anima e corpo per recuperare dignità. Sarebbe un delitto far tornare la Campania in un pantano.” Che immagine poetica! Immaginate solo quanto ci sia di più allettante da fare invece di affrontare una palude! E poi il colpo di grazia: “A volte ci sono autentici analfabeti. Rispetto il proletariato, ma i ciucci non possono governare una regione come questa.” Chiaramente, è il momento giusto per lanciare una satira sulla classe politica e il suo accesso alla cultura, non trovate?
In un battibaleno, ecco la reazione di Giuseppe Conte: “Il presidente della Campania afferma che non ci saranno ciucci a governare la regione dopo di lui. Ma chi deciderà allora? È giusto che siano i territori a scegliere i migliori.” Ah, la democrazia! Quella meravigliosa illusione in cui nessuno sa esattamente chi sia il “migliore”, ma che certo non sia deciso a Roma! Che saggezza! E chi ha mai avuto dubbi sul fatto che il Movimento 5 Stelle sia la voce dei bisogni dei cittadini campani?
“Dopo, si sceglierà l’interprete,” continua Conte, “e saranno i territori, non una persona sola a decidere.” Certo, perché più voci rendono tutto più chiaro, come un crescendo di dissonanze in un’appassionata sinfonia politica. E, ovviamente, chi non vorrebbe che il futuro della Campania fosse in mano a tanti “ottimi interpreti”? Ma restiamo sintonizzati, le prossime settimane promettono di essere uno spasso.


