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Regionali in Campania, Avs chiede di non essere più ignorati nelle decisioni

13 Aprile 2025
Regionali in Campania, Avs chiede di non essere più ignorati nelle decisioni

È davvero affascinante come la politica possa concedere un grande palco a chi, paradossalmente, sembra essere messo all’angolo. Alleanza Verdi Sinistra (AVS), pur avendo ottenuto un risultato significativo nelle ultime elezioni europee, viaggia su un binario di esclusione dal dibattito politico locale. La questione sollevata è semplice quanto importante: come si può pensare di costruire un progetto politico comune quando le fondamenta si reggono su un dialogo ristretto tra pochi selezionati, mentre gli altri membri della coalizione sono relegati al ruolo di meri ratificatori? Una logica che sembra avere più a che fare con il gioco delle poltrone che con il rispetto della pluralità.

Un’illusione di democrazia

Nella nota di AVS si sottolinea come questo approccio non sia solo insostenibile, ma anche lontano da ciò che la democrazia dovrebbe rappresentare. Non ci si può limitare a includere solo “i soliti noti” e poi presentare questa esposizione come un atto democratico. Che fine fa, allora, la tanto decantata pluralità del campo progressista? Si rischia di scavare un fossato tra le parole e i fatti, creando una credibilità sempre più fragile.

Il valore rimane inespresso

È interessante notare come la comunità politica di AVS si proclami composta da “donne e uomini di assoluto valore”, pronti a competere e a rappresentare al meglio la sfida per la Regione Campania. Ma come possiamo accettare questi proclami senza considerare che il vero test sta nella più ampia inclusione di idee e di voci? In caso contrario, le verità proclamate resteranno solo astrazioni, incapaci di tradursi in reali interventi per il territorio.

Il rischio di un percorso unilaterale

La riflessione da farsi è semplice: un dialogo a due non solo esclude ma impoverisce di fatto il dibattito. Come possiamo sperare di affrontare i complessi problemi della Regione Campania se i rappresentanti di diverse sensibilità restano ai margini? Se la politica si trasforma in un gioco di esclusive, il rischio è quello di trovarsi con un piano che non rispecchia le vere necessità del popolo.

Possibili soluzioni? Un paradosso

Le soluzioni ci sono e potrebbero essere, ironicamente, molto semplici. Creare un tavolo aperto di discussione include tutti i portatori di interesse. Immaginate un incontro in cui ogni voce possa essere ascoltata, senza etichette né rancori. Anziché proclami di inclusione, ci vorrebbero azioni reali. Tuttavia, è chiaro che la distanza tra le promesse e le reali pratiche politiche è abissale.

In conclusione, la sfida è affrontare il cambiamento, fermo restando che il rischio è quello di assistere a un balletto di nomi e poteri, mentre il vero obiettivo rimane in gran parte nella nebulosa. E chi sa, magari un giorno la democrazia non ci sembrerà mai più così insostenibile.

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