Referendum? Non è un voto sul governo, ci credete davvero?

Referendum? Non è un voto sul governo, ci credete davvero?

Il referendum sulla giustizia non è certo una battaglia politica a favore o contro il governo, ci tranquillizza subito il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il suo intervento al Forum Teha di Cernobbio. No, no, si tratta semplicemente di un referendum di natura puramente tecnico-giuridica, niente di più, niente di meno. Una certezza rassicurante, vero? Ma attenzione, perché se per caso vincessimo contro una magistratura troppo politicizzata, alleata dell’opposizione, ecco che quella vittoria si trasformerebbe in una sconfitta politica da evitare a tutti i costi: si sa, perdere in politica si paga caro.

La riforma della giustizia, ormai lo dobbiamo sapere a memoria, sarebbe addirittura un toccasana per la magistratura stessa. Non è una punizione, neanche lontanamente; questa musica l’abbiamo sentita spesso, ma ve l’assicura lui, il ministro: la sua carriera da magistrato è stata intensa, ma da ministro è ancora più soddisfatto. Siamo al top del realismo politico, insomma.

L’illustre passato di Nordio comprende episodi degni di un thriller giudiziario – dall’ingresso in magistratura alle indagini sulla colonna veneta delle Brigate Rosse fino al famoso caso Mose. Tutto abbastanza movimentato, dice lui, quasi un copione hollywoodiano.

E ciliegina sulla torta: i tempi delle cause civili sono stati ridotti del 27,7%. Proprio quelle cause che, stranamente, interessano molto gli imprenditori. Come ci sono riusciti? Ovviamente grazie alla magistratura, che merita tutto il ringraziamento, e anche grazie a un’efficienza tutta interna al ministero, capace di mettere in campo tutte le risorse disponibili. Un’impresa degna di nota, a quanto pare.

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