Il 25 e 26 maggio si torna a votare nel capoluogo romagnolo, perché, si sa, la democrazia ha bisogno di continue rinnovate farraginosità. Dopo che Michele De Pascale ha pensato bene di abbandonare il suo scranno in Comune per cercare gloria in Regione, i cittadini si preparano a tornare alle urne. E chi non ama un buon dramma politico?
In tutta Italia, ben 117 comuni saranno invogliati a votare in queste due giornate di maggio, ma solo quattro di loro hanno il privilegio di essere capoluoghi di provincia. Nella, ehm, gloriosa Emilia Romagna spicca Ravenna (insieme a Genova, Taranto e Matera), dove, per fare un favore ai cittadini, soltanto cinque comuni saranno coinvolti. Bravo, Ravenna, sforzati di tenere alta la media delle politiche locali! Tutti sintonizzati su Bertinoro, Varano de Melegari, Fontevivo, e San Prospero.
Ravenna si prepara quindi ad affrontare il suo “grande” futuro post De Pascale. I riflettori sono accesi, e non solo perché i cittadini si troveranno a votare un po’ prima del previsto. La cosa è davvero surreale: il sindaco, eletto nel 2021, ha deciso di dimettersi per perseguire la sua ambizione di presidentissimo regionale. Ebbene, perché non lasciare che i cittadini si godano un po’ il brivido elettorale, giusto?
Ma c’è di più: con ben sette candidati in gara, ci si aspetta un bagno di folla… o almeno di dibattiti infiniti. Sì, perché le divisioni interne al centrodestra rendono l’atmosfera elettrizzante. Mettetevi comodi e preparate i popcorn.
I sette gladiatori che si sfideranno per la gloria di Ravenna includono Maurizio Miserocchi (Ravenna al Centro, civico), Nicola Grandi (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Viva Ravenna), Giovanni Morgese (Democrazia Cristiana), Marisa Iannucci (Ravenna in Comune, Pci, Potere al Popolo, Rifondazione comunista), Veronica Verlicchi (La Pigna), Alvaro Ancisi (Lega, Ancisi sindaco Lista Per Ravenna, Popolo della Famiglia, Ambiente e Animali) e Alessandro Barattoni (Centrosinistra Unito). Sette candidati… chi non ama una bella corsa con ostacoli?
Ravenna, la roccaforte rossa mai conquistata dal centrodestra, continua a contribuire alla sua leggenda: qui, il centrodestra non ha mai assaporato la dolce vittoria nella storia repubblicana. De Pascale, nel 2021, ha festeggiato trionfi storici, mentre i suoi avversari si domandano se non siano stati avvolti da un incantesimo. Bravo, Ravenna. Non è un po’ ironico ma, d’altronde, dov’è il divertimento senza un po’ di sarcasmo?
Il 60% al primo turno, merito anche delle fratture irrisolte del fronte opposto. In quell’anno, un vero trionfo: 11 candidati a sindaco, con il centrodestra che si è diviso in due fazioni, un po’ come un vecchio coro in un matrimonio dove i parenti non si parlano.
Da una parte, la Lega e i Fratelli d’Italia a sostenere il civico (lista Viva Ravenna) Filippo Donati, un albergatore già presidente di Asshotel Emilia Romagna. Dall’altra, Forza Italia che si schiera con Alberto Ancarani, avvocato e capogruppo del partito in consiglio. Una bella scenetta di famiglia in cui nessuno sa chi è il vero zio d’America.
Passano gli anni e il dramma si ripete, solo che adesso Forza Italia e i Fratelli d’Italia danzano insieme a sostegno di Nicola Grandi, ex consigliere comunale e agente assicurativo. Da un lato, la Lega e il Popolo della Famiglia seguono uno dei dinosauri della politica ravennate: Alvaro Ancisi, 85enne con un curriculum da combattente, che si è affacciato per la prima volta in consiglio comunale nel 1966. Un personaggio che si fa notare, non solo perché ha vissuto più di molti altri.
Si era già candidato nel 2021 (senza il supporto della Lega), portando a casa più di 3000 preferenze. Ma su queste ulteriori divisioni del centrodestra, ci sarà modo di insistere più avanti. Magari in un’altra puntata di questa telenovela politica.
Il centrosinistra, dato per favorito alla vigilia, esce al campo compatto, come nel 2021. Il campo è vasto: ci sono il Partito Democratico, il MoVimento Cinque Stelle, e l’Alleanza Verdi-Sinistra. Non mancano le liste civiche: Ama Ravenna, Progetto Ravenna che riunisce Italia Viva e Azione, + Europa e Socialisti. Ultimo ma non meno importante, il Partito Repubblicano Italiano, già pronto a festeggiare con brindisi se mai dovesse ottenere più preferenze dei Cinque Stelle. Un partito che si sente quasi vintage, ma sempre alla moda.
Il candidato sindaco è Alessandro Barattoni, 41enne segretario provinciale del Partito Democratico di Ravenna dal 2017. Una scelta che fa scalpore, soprattutto considerando che il suo nome è stato scelto ben 4 mesi prima delle elezioni regionali. Ma ehi, chi ha bisogno di tempistiche rispettabili quando si può decidere in anticipo?
Quando, nell’estate del 2024, è stata ufficializzata la candidatura dell’allora sindaco di Ravenna Michele De Pascale a presidente della Regione, la coalizione aveva già esaminato i profili adatti per il ruolo di sindaco. Una predestinazione pazzesca, considerando che ancora nessuno sapeva come erano andate le regionali. Barattoni arriva dopo un’esperienza come dipendente in una nota azienda nel settore trasporti e logistica, in una città dove questo settore è tanto strategico quanto caotico, un po’ come il suo curriculum.
Prima del 2017, era stato eletto due volte consigliere comunale per i dem. Ora, si dedica alla gestione immobiliare in Federcoop Romagna, speriamo stia meglio con i mattoni che con i voti.
Nicola Grandi, 55enne assicuratore e consigliere civico della lista Viva Ravenna è il candidato di Fratelli d’Italia, Forza Italia e della lista civica. Durante uno degli ultimi incontri elettorali, ha enfatizzato:
“È necessario parlare senza misteri di ‘voto utile’ – e quindi invito a non sprecare il voto: siamo l’unica coalizione in grado di portare il candidato del partito democratico al ballottaggio. La scelta utile è votare per noi. Non sciupiamo questa grande opportunità.”
Un riferimento diretto al concorrente di centrodestra Alvaro Ancisi, ma non è lui l’unico avversario; da tenere d’occhio anche Veronica Verlicchi, 48 anni, candidata della lista civica La Pigna, storicamente di centrodestra. È già apparsa nel 2021 e ora è supportata da Gianfilippo Rolando, consigliere e probabilmente anche lui esperto di scenari inconcludenti.
Ah, la politica non delude mai! Qui abbiamo il capogruppo uscente della Lega, che si fa largo al fianco di Alvaro Ancisi. Un applaudibile abbinamento, proprio! In risposta a un invito al «voto utile» da parte di Grandi, il nostro caro Ancisi ha deciso di condividere una metafora degna di un grande pensatore: «La rana si gonfiava per essere bue, si vince con la serietà non con gli show». Chi avrebbe mai immaginato che la vincente strategia politica fosse basata su… una rana?
Ma parliamo di altre candidate figure nel bello schieramento attuale. Mancano all’appello tre cittadini aspiranti, ma c’è Maurizio Miserocchi, l’esperto civico della lista Ravenna centro. Con i suoi 73 anni, è il più anziano dopo Ancisi. Ha passato anni a lavorare in comune, poi ha avuto l’onore di entrare nella dirigenza del Ravenna Calcio. Che grande curriculum! E pensate, è sostenuto da alcune società sportive che hanno visto la gestione della piscina comunale come una vera e propria catastrofe. Davvero una scelta brillante, non trovate?
Intanto, la Democrazia Cristiana torna in scena, e chi si presenta? Giovanni Morgese, ex carabiniere, che ha dedicato una vita a mantenere l’ordine prima a Medicina e poi a Ravenna. Dopo aver appeso la divisa, si è lanciato a capofitto nel terzo settore. Ah, la carriera politica è davvero un’evoluzione interessante, non è vero?
E come se non bastasse, ecco Marisa Iannucci, sostenuta dall’estrema sinistra, che è in questo momento così di moda: Partito Comunista Italiano, Potere al Popolo, e Rifondazione Comunista, un bel mix! È ricercatrice nel campo dell’islam e del mondo arabo e ha avuto diversi incarichi come mediatrice linguistica e culturale. Impegnata a sensibilizzare il pubblico sulla situazione delle carceri, chissà se avrà abbastanza tempo per affrontare anche altri temi scottanti, come, ad esempio, la nostra piscina comunale! Non è meraviglioso come i candidati abbiano tutti un legame con sport e cultura? Ah, la coerenza è fondamentale!


