Il taglio del rating da parte dell’agenzia Moody’s sta naturalmente facendo tremare le fondamenta dell’economia statunitense. I rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni volano oltre il 4,5%, mentre quelli a trenta si arrampicano sopra il 5% per la prima volta dalla notte dei tempi — o per lo meno da novembre 2024. E mentre il dollaro continua a perdere smalto, con un euro che ora vale 1,127 dollari grazie a un calo dell’1%, le borse americane aprono in maniera catastrofica: il Nasdaq scivola di 1,3% e l’indice S&P 500 non se la cava meglio, perdendo un altro 1% come se quel dato potesse fare la differenza.
Ma non preoccupatevi, perché Moody’s era l’ultima agenzia a mantenere un rating di tripla A sul debito americano, mentre già Standard & Poor’s e Fitch avevano ridotto la loro fiducia negli scorsi anni, scontrandosi con la dura realtà. Inoltre, l’agenzia ha avuto la gentilezza di cambiare l’outlook da negativo a stabile, giusto per mantenere un po’ di ottimismo in sul campo.
Ma non è tutto: la Casa Bianca ha deciso di minimizzare l’importanza di questa bocciatura. “Il mondo ha fiducia nell’economia degli Stati Uniti, come dimostrano i miliardi di investimenti che arriveranno dal Medio Oriente dopo la missione” di Donald Trump, ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt durante un briefing con la stampa. “Il presidente non è affatto d’accordo con il giudizio” dell’agenzia, ha ribadito. È incredibile come il debito americano sia considerato “la scommessa più sicura al mondo”, secondo il consigliere economico Kevin Hassett in un’intervista alla Fox. Una vera chicca!
Ma l’agenzia non si ferma a riempire il mondo di falsi ottimismi: senza una riforma fiscale, il deficit statunitense è destinato a salire dal 6,4% del PIL del 2024 al 9% entro il 2035, e il debito a un sorprendente 134% del PIL. Per fortuna, l’amministrazione di Trump è sicura che le entrate dai dazi riusciranno a ridurre i disavanzi, tutto senza la necessità di quei noiosi interventi fiscali come tagli delle spese o aumenti delle tasse. Nonostante questa lucida visione, la maggior parte degli economisti sembra avere qualche dubbio su questa strategia.
Ma cos’è un downgrade, in fondo? Significa semplicemente che l’affidabilità di un debitore scende un po’. Per gli Stati Uniti, non si parla di catastrofi, ma di una valutazione che rimane su livelli piuttosto alti, non più al massimo come un tempo. Questo porta gli investitori a richiedere tassi d’interesse leggermente più alti per prestare soldi, e voilà: ecco spiegato l’aumento dei rendimenti dei bond. In verità, mentre il rendimento sembra schizzare, è solo la quotazione dei titoli Usa a scendere. Una semplice questione di prospettiva.chiaramente, in un mondo pigro, anche i numeri possono fare una danza interessante!



